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giovedì, Gen 26

Il primo giorno della mia vita: cosa voleva essere esattamente il film?



Da Wired.it :

Non basta un cast di prim’ordine del cinema italiano, con in testa Toni Servillo e poi Valerio Mastandrea, Margherita Buy e Sara Serraiocco intorno a lui, ma anche con ottimi attori e attrici in parti di contorno (da Thomas Trabacchi a Elena Lietti, da Giorgio Tirabassi ad Antonio Gerardi), per rimettere sui binari una sceneggiatura che sembra materiale da video di auto aiuto dal titolo: “Come cambiare la vostra vita e conquistare la felicità”. Anche i migliori faticano a recitare per sentenze e sguardi intensi, mentre descrivono la propria interiorità di continuo o danno consigli per allontanare la tristezza. Anche i migliori sono a disagio ad interpretare i genitori che sfruttano un figlio per fare soldi con video su internet che lo rendono ridicolo.

Senza dubbi Il primo giorno della mia vita è il cinema italiano di profilo maggiore, dotato di valori produttivi elevati, un reparto tecnico di prim’ordine e ambizioni elevate, ma è impossibile appassionarsi ai sette giorni di arrovellamenti tragici e monocorde di questi quattro personaggi, all’interno di un dramma che vuole insegnare a vivere. Sarebbero serviti ben altri ragionamenti, ben altro coinvolgimento, ben altra complessità, ben più sottile e non dichiarata continuamente a viva voce, esposta in lunghi monologhi, discussa apertamente come in un dibattito. Lo capiamo in un piccolo momento di luce, uno scambio pieno di tenerezza tra Sara Serraiocco e Lino Guanciale, finalmente umano, concreto e sincero, come fosse parte di un altro film.



[Fonte Wired.it]