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giovedì, Nov 14

Il profilo di Matteo Salvini su TikTok e la xylella elettoralis


Cos’è esattamente TikTok? È un’applicazione per ragazzini? È un social network? È una bacheca sulla quale condividere performance canore e di ballo? Anzitutto è un business. Enorme, come testimonia l’assegno miliardario staccato dalla cinese Bytedance per l’acquisizione. Possiamo poi affermare con certezza cosa non è. O meglio cosa non è più: TikTok non è il vecchio Musical.ly.

La politica su TikTok: Salvini il primo

La crescita esponenziale lo ha reso un megafono attraverso il quale raggiungere un target d’utenza che per questioni anagrafiche (e non solo) ha poca confidenza con Facebook e Twitter, più incline a far proprie le dinamiche di Instagram (non è un caso il recente debutto di Reels). È il campo d’azione prediletto da una parte non trascurabile dei più giovani e da oggi ufficialmente territorio di caccia di leader politici alla ricerca del consenso di quelli che saranno gli elettori di domani. L’apertura dell’account ufficiale di Matteo Salvini ne è la dimostrazione più lampante.

Il Capitano non balla su TikTok (che sappia far ballare gli altri è cosa nota, il ricordo del dj set al Papeete è fresco), almeno non ancora. Però canta, cimentandosi con un Vasco Rossi d’annata, subito dopo un post in cui abbraccia un ulivo (impossibile non cogliere un riferimento subliminale alla forza di centrosinistra colpita da xylella elettoralis), una dura presa di posizione contro l’immigrazione clandestina e una serie di strette di mano alle forze dell’ordine.

L’hashtag scelto per chiudere la descrizione del profilo è una dichiarazione d’intenti: #primagliitaliani. Insomma, siamo su TikTok per divertirci, ma è bene tenere a mente le priorità.

Matteo Salvini su TikTok

Tutto legittimo. Con buona pace di chi vorrebbe ricordare al leader leghista e ai suoi che sulla piattaforma la politica non è ben vista: le regole stabilite da Bytedance vietano le inserzioni pubblicitarie di matrice elettorale, non i post. Salvini e il team che lo appoggia nella comunicazione social non ha fatto altro che intravedere uno spiraglio, infilandosi prima di altri che con tutta probabilità lo seguiranno a ruota, conscio che la mossa avrebbe attirato critiche da ogni dove, ma diversificando ulteriormente il target del proprio messaggio. Nell’era del purché se ne parli ha buone probabilità di rivelarsi una scelta azzeccata.



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