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Il segreto dell’eterna bellezza è l’open innovation

da | Giu 25, 2025 | Tecnologia


Frutto di 15 anni di ricerca, questa ruota è il nucleo pulsante della strategia L’Oréal sulla longevità in cui anche l’AI è chiamata a fare la sua parte. Nella tecnologia proprietaria che la supporta, il Longevity ai cloud™, è fondamentale per analizzare velocemente oltre 260 biomarcatori della longevità cutanea e identificare i meccanismi che impattano sulla vitalità, la giovinezza e la salute della pelle e personalizzare consigli e interventi.

Bellezza democratica

Lasciandosi aiutare dall’AI a “democratizzare la longevità”, si rischia di farlo solo in alcune aree, quelle che hanno dati a sufficienza per allenarla, quelle più ricche e sviluppate. Secondo Balooch, però, “la presenza di bias legati all’ai è una scelta che ogni azienda fa nel momento in cui disegna la propria tecnologia”. Motivo per cui L’Oréal “ha allenato l’algoritmo su persone di diverse geografie e con diversi toni di pelle, seppur non sia affatto semplice raccogliere dati reali, in questo caso non sostituibili con quelli digitali”.

Minimizzati i bias, per democratizzare la bellezza serve poi accoglierne i diversi canoni e abbassarne i costi. “Stiamo lavorando per assicurare sempre dataset inclusivi, per ogni gamma di prezzo, e servizi accessibili per tutti, come quelli gratuiti di diagnostica digitale spiega Balooch, citandone uno dei più avanzati, e democratici: Cell BioPrint. Sviluppato assieme a NanoEntek, questo dispositivo misura i biomarcatori della longevità sotto la pelle in pochi minuti, sfruttando la proteomica (disciplina che studia come la composizione proteica nel corpo umano influisce sull’invecchiamento della pelle). È un “lab-on-a-chip”, è portatile e mira a fornire consigli personalizzati per rallentare il processo biologico di invecchiamento della cute. Lo stesso concetto di personalizzazione come strumento di inclusione e democratizzazione si ritrova anche in Beauty Genius”. Basato sull’AI generativa, questo assistente virtuale si occupa di bellezza a 360 gradi e a ogni età e utilizza un dataset di 16.000 terabyte per dare consigli sulla cura di pelle e capelli molto specifici, tenendo conto anche dell’ambiente e delle abitudini del loro proprietario

Bellezza sostenibile

E se l’ambiente impatta sulla bellezza, è vero anche il viceversa. “L’impegno climatico non è solo sviluppare prodotti più sostenibili, ma anche tenere in mente ciò che succede intorno a noi”, afferma Balooch, illustrando qualche esempio di innovazione green “che va oltre” al banale compito dettato dagli obblighi Esg (rendicontazione di sostenibilità) di mercato.

Nel portfolio di novità di L’Orèal c’è Cosmo, che crea fragranze usando solo aria per estrarle da molecole di fiori e frutti per poi restituirli come materia riutilizzabile, contribuendo a ridurre gli sprechi ed eliminando sostanze chimiche dal processo. Affianco c’è una vetrina dove si coltivano nuovi ingredienti vegetali in verticale, anche grazie all’AI. A crearla è stata un’altra startup coinvolta nella strategia di open innovation di L’Oréal, la francese Interstellar Lab. Il suo vero nome è “BioPods” ma Balooch la definisce una “farmacia verticale” che permette di ottenere in modo più eco-friendly gli ingredienti, sfruttando ai e scienze computazionali per ottimizzare il consumo d’acqua e di energia. Tra le tante longevità da coltivare, infatti, c’è anche quella del Pianeta.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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