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venerdì, Apr 17

Il telescopio spaziale Cheops è pronto a studiare gli esopianeti



Da Wired.it :

Il satellite dell’Esa per l’analisi di esopianeti già noti è pronto ad entrare in azione finita la fase di test. Conclusasi a dispetto delle difficoltà dell’emergenza da coronavirus

cheops stelle pianeta
Rappresentazione artistica della stella HD 93396 e del suo pianeta KELT-11b finiti sotto gli occhi di Cheops durante le prime fasi di test della missione dell’Esa (Foto: Esa)

È andato tutto bene. Cheops (Characterising Exoplanet Satellite), il satellite per lo studio degli esopianeti dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ha superato gli esami, meglio di quanto atteso a onor del vero, ed ora è pronto a mettersi al lavoro. A darne notizia è la stessa Esa, che riassume tutte le fasi di test che sono state necessarie da dicembre a oggi per testare le capacità del satellite e annuncia l’avvio della vera e propria fase operativa per la fine del mese, identificando anche una serie di target su cui la missione è pronta a mettere gli occhi.

Il principale scopo di Cheops è, come suggerisce il nome e come vi avevamo raccontato, quello di stilare delle carte di identità un po’ più dettagliate di esopianeti già visti (e ne abbiamo visti a migliaia), permettendo per esempio di conoscerne più precisamente le dimensioni. Questo lavoro, combinato con i dati già noti, consentirebbe di affinare la caccia agli esopianeti potenzialmente abitabili, ricordano dall’Università di Berna che partecipa alla missione.

Per capire se fosse pronto a farlo i ricercatori hanno condotto una serie di test volti a misurare la stabilità termica e le performance fotometriche del telescopio spaziale, e sono riusciti a mostrare che Cheops ha una precisione nel misurare la luminosità di stelle note maggiore di quanto sperato. Ma non solo: parte dei test sono stati condotti nel pieno dell’emergenza da coronavirus. Il fatto di poter contare su un sistema di controllo in gran parte automatico, gestibile da casa, ha permesso di continuare con successo il lavoro su Cheops, ha aggiunto Willy Benz della University of Bern, principal investigator della missione. Che ha aggiunto: Cheops è in grado di compiere misurazioni cinque volte più accurate di quelle possibili da Terra.

Per metterlo alla prova, nella fase finale del rodaggio del satellite, Cheops ha puntato gli occhi su una stella tre volte più grande del nostro sole e un pochino più fredda, Hd 93396, distante 320 anni luce dalla Terra, e sul suo pianeta Kelt-11b. Il telescopio ha così registrato la curva luminosa proveniente dalla stella nel corso delle ore in cui questo esopianeta le transitava davanti, dunque affievolendola. Grazie a questo i ricercatori hanno potuto stimare le dimensioni dell’esopianeta (circa 180 mila km di diametro, con un’incertezza di 4300 km), che appare così più grande di Giove ma con una massa più piccola, probabilmente per la vicinanza alla sua stella spiegano i ricercatori: “Galleggerebbe in acqua in una piscina abbastanza grande”, ha commentato David Ehrenreich, Cheops Mission Scientist dell’University of Geneva.

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Foto: Esa/Airbus/Cheops Mission Consortium

Le prossime notizie che avremo da Cheops ora probabilmente riguarderanno l’esopianeta 55 Cancri, coperto da un oceano di lava e l’esopianeta GJ 436b, ribattezzato come un caldo Nettuno, concludono dall’Esa.

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[Fonte Wired.it]