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giovedì, Ago 18

Il touchscreen in auto può essere pericoloso: pulsanti e manopole più efficienti e sicuri

da Hardware Upgrade :

Nel mercato automobilistico si sta assistendo da diverso tempo ad
una tendenza che vede la progressiva rimozione di manopole e pulsanti
fisici dai nuovi modelli di vetture a favore di comandi touch e
touchscreen
. Una tendenza che dapprima ha coinvolto solamente le
funzioni più strettamente legate all’ambito infotainment, ma che si sta
ora allargando anche a comandi di controllo di funzioni maggiormente
inerenti alla guida del veicolo e al comfort di bordo.

La rivista automobilistica svedese Vi
Bilägare ha voluto analizzare questo aspetto
con alcuni test,
giungendo alla conclusione che le moderne interfacce touchscreen sono
meno sicure ed efficienti rispetto alle controparti fatte di pulsanti,
rotori e manopole
. Nel corso dei mesi passati la rivista ha portato
avanti le sue prove su 12 modelli di automobili: undici di esse scelte tra
le recenti proposte di varie case automobilistiche (BMW iX, Dacia Sandero,
Hyundai Ioniq 5, Mercedes GLB, MG Marvel R, Nissan Qashqai, SEAT Leon,
Subaru Outback, Tesla Model 3, Volkswagen ID.3, Volvo C40) assieme ad una
Volvo V70 del 2005 dotata di controlli fisici.

Si è trattato di prove abbastanza semplici: ai conducenti delle
vetture è stato chiesto di percorrere in marcia rettilinea una pista di
atterraggio vuota alla velocità di circa 110 km/h e di eseguire quattro
diverse azioni con i comandi di bordo, tra quelle che più comunemente si
compiono alla guida di una vettura come la regolazione dell’aria
condizionata o la selezione di una trasmissione radio.




I risultati dei test condotti da Vi
Bilägare

Le rilevazioni sono state abbastanza significative: la Volvo del 2005 si
è piazzata al primo posto, con un conducente che ha completato tutte e
quattro le azioni in dieci secondi, percorrendo 300 metri. Il miglior
risultato ottenuto con una vettura dotata di comandi touch ha permesso di
fermare il cronometro a 14 secondi, ma in generale tutte le vetture
dotate di comandi “non fisici” hanno richiesto almeno una ventina di
secondi e più del doppio della distanza percorsa rispetto alla Volvo del
2005
.

Ora, siamo davanti ad uno studio empirico e ad una dimensione del
campione statisticamente piccola, ma i risultati ottenuti sono comunque
interessanti come punto di partenza alcune considerazioni di più ampio
spettro sui comandi all’interno delle vetture.

Da un lato i moderni sistemi di infotainment offrono un livello di
comfort e di sicurezza imparagonabile rispetto al passato: basti pensare a
tutti i feedback possibili grazie alla sensoristica, che ci permettono ad
esempio di effettuare manovre più precise e sicure grazie a telecamere,
radar e sensori di prossimità. Per alcune funzioni le interfacce touch
sono quasi una scelta obbligata, anche per evitare di affollare il
cruscotto di numerosi comandi che diventerebbero anch’essi elementi di
distrazione.

E’ però altrettanto vero che l’interazione touch si è allargata in molti
casi a funzioni più strettamente legate alla guida e che richiederebbero
però meccanismi di attuazione e interazione più immediati, efficienti e
che impediscano al conducente di distrarsi dalla guida. Per
esempio l’attivazione dell’aria condizionata o, come accade in alcune
vetture, dei tergicristalli: è davvero necessario dover passare dai
comandi virtuali di un display?

Per compiere alcune azioni le interfacce touch sono poco funzionali, dal
momento che agire su un comando virtuale visualizzato su di un display
perfettamente liscio obbliga a distogliere lo sguardo dalla strada. Questo
accade poiché viene a mancare quel feedback tattile che permette di
trovare un comando senza distrarsi dalla guida
, anche semplicemente
procedendo “a memoria”. Un’interfaccia touch, al contrario, spesso implica
la navigazione in qualche menù anche per funzioni che dovrebbero essere
immediatamente accessibili.

Quello che si sta verificando all’interno dell’automobile è un vissuto di
cui si è già fatta esperienza nell’elettronica di consumo, in modo
particolare con gli smartphone, che hanno visto la virtualizzazione di
quasi ogni tipo di interfaccia fisica.

Con uno smartphone, però, il rischio peggiore è quello di cedere ad una
reazione stizzita a fronte di un’interfaccia poco reattiva o della
difficoltà di trovare una funzione che potrebbe essere più efficacemente
demandata ad un pulsante. In automobile i rischi sono di tutt’altro
spessore, quando talvolta anche una piccola distrazione può causare un
incidente dagli esiti imprevedibili.  Non è certamente il caso di
demonizzare le interfacce touch in automobile, ma l’auspicio è che vengano
pensate ed implementate cum grano salis.

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