Seleziona una pagina
mercoledì, Nov 06

il vetro per lo storage, l’idea di Microsoft


In occasione dell’evento Ignite 2019 organizzato da Microsoft a Orlando c’è spazio anche per un aggiornamento sull’iniziativa anticipata dal gruppo di Redmond un paio di anni fa e portata avanti in partnership con lo University of Southampton Optoelectonics Research Centre: si tratta di Project Silica. In breve, l’impiego del vetro come nuovo supporto per lo storage dei dati.

La domanda per lo storage di lungo termine sta raggiungendo livelli senza precedenti. Entro il 2023 ci si aspetta che oltre 100 zettabyte di dati saranno immagazzinati nel cloud. Operare su una simile scala obbliga a ripensare il modo di costruire i sistemi di storage così come le tecnologie sulle quali si basano.

Project Silica: il vetro per lo storage

L’update riguarda la collaborazione con Warner Bros. che ha consentito di testare l’efficacia della tecnologia sviluppata: una copia della pellicola Superman del 1978 è stata correttamente trasferita e poi nuovamente recuperata da un pezzo di vetro con dimensioni pari a 75x75x2 mm.

Il funzionamento si basa sull’impiego di un laser che scrive le informazioni creando una struttura tridimensionale all’interno del materiale. I dati vengono poi letti attraverso l’impiego di algoritmi IA che interpretano i pattern generati dai raggi di luce polarizzata che lo colpiscono.

Project Silica sta sviluppando la prima tecnologia di storage realizzata appositamente per i media e destinata al cloud. Stiamo facendo leva sulle recenti scoperte in tema di ottiche laser ultraveloci per salvare dati nel vetro al quarto utilizzando laser a femtosecondi e costruendo un sistema del tutto nuovo. Questo spalanca le porte a nuove incredibili opportunità per ripensare radicalmente il design dei sistemi di storage e per progettare le future infrastrutture hardware e software da destinare al cloud.

Microsoft: Project Silica

Stando a quanto afferma Microsoft, il supporto è in grado di sopravvivere all’immersione in acqua bollente, alle temperature interne di un forno, addirittura a un microonde, allo sfregamento e alla smagnetizzazione, tutte sollecitazioni che comprometterebbero l’integrità dei dispositivi attuali. È proprio questo il suo principale (potenziale) punto di forza: la resistenza agli agenti esterni così da assicurare una conservazione nel lungo periodo, caratteristica che oggi necessita di particolari e dispendiosi accorgimenti. L’interesse del gruppo di Redmond è finalizzato anzitutto a un futuro impiego nel cloud di Azure.

Un simile sistema necessiterà in ogni caso di ulteriori perfezionamenti perché possa uscire dalla fase di laboratorio e trovare un’applicazione concreta nel mondo reale. Senza contare che i costi di produzione dei supporti potrebbero essere almeno in un primo momento proibitivi. Ad ogni modo, Microsoft ha individuato un’esigenza e approcciato la ricerca della soluzione in modo innovativo. Pur essendo presto per affermare se sarà questa la nuova frontiera dello storage, l’iniziativa è senza dubbio meritevole di attenzione.



Source link