Seta e vomito di ragno. È questa la macabra ricetta di Uloborus Plumipes, un ragno comune che per prepararsi i pasti avvolge prima le prede nelle seta e poi, per ucciderle, le ricopre con delle tossine rigurgitate. A raccontare questa nuova strategia di predazione è un studio di recente pubblicato su Bmc Biology, coordinato dall’Università di Losanna, in Svizzera, che ha mostrato come il vomito di questo ragno sia sostanzialmente altrettanto pericoloso di un morso velenoso.
Il vomito del ragno
Solitamente, per uccidere le loro prede, la stragrande maggioranza dei ragni morde e poi inietta il veleno attraverso, quindi, la bocca. Per scoprire la particolare strategia del ragno Uloborus Plumipes, i ricercatori del nuovo studio hanno inizialmente notato un disegno in un articolo pubblicato 94 anni fa, contenente una descrizione che suggeriva che questa specie rigurgitasse la sua tossina e la usasse per bagnare la tela, con lo scopo di usarla come metodo per uccidere la sua preda. Per verificare l’accuratezza di questa descrizione, quindi, i ricercatori si sono recati nei vivai e nelle serre per catturare diversi esemplari del ragno per poi testarli in laboratorio.
Le analisi
Dopo aver esaminato diversi ragni al microscopio, i ricercatori hanno scoperto che erano tutti privi delle ghiandole velenifere, di cui invece è provvista solitamente la maggior parte dei ragni. Scendendo più nel dettaglio, hanno scoperto che alcuni geni che producono le tossine erano altamente espressi nell’intestino tenue di questi esemplari. I successivi test sulle tossine hanno dimostrato che non erano la stessa qualità di quelle prodotte da altri ragni, sebbene l’iniezione nei moscerini della frutta effettuata durante le sperimentazioni in laboratorio abbia dimostrato che era altrettanto letale. Secondo le prime ipotesi dei ricercatori, sarebbero specifici muscoli della testa del ragno a contribuire all’espulsione della tossina.
Un metodo altrettanto tossico
Mentre finora Uloborus Plumipes era considerato innocuo a causa dell’assenza di ghiandole velenifere, questo nuovo studio conferma che comunque possiedono un modo altrettanto efficace per catturare le prede. Oltre a far luce sull’evoluzione dei ragni, questi risultati potrebbero in futuro aprire la strada a potenziali ricerche su nuove tossine.