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venerdì, Set 04

Immuni e altre app di contact tracing: anche solo con un 15% di adozione potrebbero essere utili



Da Wired.it :

La stima precedente era frutto di un’errata interpretazione di una ricerca pubblicata in aprile. Secondo gli scienziati dell’università di Oxford e gli esperti di Google anche se le app sono scaricate dal 15% della popolazione – in Italia siamo al 13% – i risultati si vedono

Immuni
(foto: Stefano Guidi via Getty Images)

Non è vero che le app per il contact tracing, fra cui l’italiana Immuni, sono efficaci solo se a scaricarle è il 60% della popolazione. Lo afferma un nuovo studio condotto dall’università di Oxford insieme a Google che mostra che anche se una piccola fetta dei cittadini (pari il 15%) utilizza applicazioni e sistemi di notifica potrebbe esserci una riduzione significativa dei contagi e dei decessi associati. La stima della soglia del 60%, spiegano gli autori, era frutto di un’errata interpretazione di una precedente ricerca sempre dell’università di Oxford. I risultati sono ancora in preprint su medrxiv.

Covid-19 e contact tracing

Lo studio prende in considerazione l’Exposure Notifications System (Ens – sistema Notifiche di esposizione al Covid-19), sviluppato da Apple e da Google nella sfortunata occasione della pandemia di Covid-19. Questo è un progetto che si fonda sulle app nazionali adottate ufficialmente e su altri sistemi di informazione sul cellulare da parte delle istituzioni. Le app consentono di ricevere e inviare notifiche in maniera anonima sull’avvenuto contatto con una persona positiva al Sars-Cov-2 e sulla sua durata. Nel caso delle app per il contact tracing, una ricerca dell’università di Oxford aveva approfondito la loro efficacia ma per un equivoco nell’interpretazione del risultato si pensava – ed è ampiamente stato riportato dai media – che le app sarebbero state efficaci soltanto se scaricate almeno dal 60% della popolazione, un obiettivo ambizioso e quasi mai raggiunto. Attualmente circa il 13% degli italiani, pari a 5 milioni di cittadini, ha scaricato la app Immuni.

Immuni, anche pochi è meglio che nessuno

Nonostante il numero ancora relativamente basso dei download, le notifiche potrebbero comunque essere utili, come spiega lo studio unificato Google e università di Oxford. Dalle simulazioni attraverso un modello computazionale basato sui dati di alcune contee statunitensi e del Regno Unito emerge che se il 15% delle persone scarica le app dedicate si può avere una riduzione fino al 15% dei contagi e fino all’11.8% dei decessi. Numeri che se spalmati su un lungo periodo corrispondono a migliaia di vite salvate.

“Abbiamo osservato”, spiega Christophe Fraser del dipartimento della Salute all’università di Oxford, “che l’adozione a qualsiasi livello del sistema Notifiche di esposizione nel Regno Unito e negli Usa potrebbero essere in grado di ridurre significativamente il numero di casi di coronavirus, dei ricoveri e dei decessi nella popolazione”. Insomma, non aver raggiunto la soglia del 60% dei download non è un fallimento, chiariscono gli autori. Ovviamente, più persone usano questi sistemi e meglio è: nell’ipotesi ottimale che il 75% della popolazione utilizzasse questi sistemi si arriverebbe a una riduzione delle infezioni pari all’81% e dei decessi pari al 75%.

Il contact tracing analogico

Lo studio ha analizzato anche il contact tracing analogico, tradizionale, basato sulla capacità delle istituzioni e dei servizi sanitari di svolgere indagini epidemiologiche tramite interviste ai contagiati per individuare nella loro cerchia sociale i possibili contatti nonché il tracciamento manuale da parte di enti pubblici e privati che vengano a conoscenza della presenza e del transito di una persona positiva al Sars-Cov-2. I ricercatori hanno concluso che anche queste operazioni sono valide ma il risultato ottimale si ottiene quando il contact tracing analogico si combina con quello digitale.

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[Fonte Wired.it]