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venerdì, Lug 24

in arrivo l’abbonamento premium di Twitter?

Da Punto-Informatico.it :

Nel futuro di Twitter potrebbe esserci l’introduzione di una formula di abbonamento per l’accesso a funzionalità o caratteristiche premium della piattaforma. È l’ipotesi formulata dal numero uno del social network che conferma così di essere alla ricerca di nuove modalità per generare utili. La volontà è quella di incrementare le entrate provenienti dal business dell’advertising.

Progetto Gryphon: un abbonamento premium per Twitter?

Il CEO, rivolgendosi agli analisti nel corso di un incontro a proposito dei risultati finanziari registrati dal gruppo, ha affermato che con tutta probabilità alcuni test verranno condotti già entro la fine dell’anno. Dorsey conferma ad ogni modo che gli standard saranno “molto elevati” nel caso in cui la piattaforma dovesse scegliere di chiedere un pagamento per l’accesso ad alcune funzionalità.

Il progetto è noto al momento internamente con il nome in codice Gryphon, almeno stando a un annuncio di lavoro pubblicato all’inizio del mese per una posizione aperta (Senior Full-stack Software Engineer) in un team che già comprende personale proveniente da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e Turchia.

Siamo una nuova squadra, nome in codice Gryphon. Stiamo realizzando una piattaforma in abbonamento che potrà essere riutilizzata dagli altri team in futuro. È una prima volta per Twitter!

Il core business del social network rimarrà ad ogni modo quello legato alle inserzioni pubblicitarie.

Vogliamo assicurarci che ogni nuova fonte di reddito sia complementare a quella legata all’advertising. Pensiamo ci sia un contesto in cui possa trovare posto un abbonamento, una forma di commercio, dove aiutare le persone a gestire i paywall… tutto in modo complementare.

Le entrate dall’advertising hanno subito negli ultimi mesi una flessione anzitutto a causa della crisi economica globale dovuta alla pandemia. Gli investimenti sono inoltre diminuiti a causa di iniziative come quella di boicottaggio che ha colpito in particolare il concorrente Facebook per forzare i vertici della piattaforma a intervenire con maggiore decisione su hate speech e disinformazione.





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