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martedì, Gen 12

In Italia c’è l’ennesima crisi di governo: un riassunto di come ci siamo arrivati



Da Wired.it :

All’ultimo Consiglio dei ministri del 12 gennaio si discuterà del Recovery Plan italiano, cercando di accontentare Italia Viva di Matteo Renzi per scongiurare una crisi di governo in piena pandemia di Covid-19

(foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

Sono diverse settimane ormai che il governo Conte bis sembra sull’orlo della crisi, mentre il paese è ancora alle prese con la seconda ondata della pandemia di Covid-19 e attende il dpcm che da questo sabato sostituirà quello del 3 dicembre nelle misure di contrasto al contagio. Il contenzioso che rischia di spaccare la maggioranza dell’esecutivo ruota intorno al Recovery Plan, ossia il piano italiano per l’utilizzo del Recovery Fund dell’Unione europea. Il partito di Matteo Renzi, Italia Viva (Iv), si è impuntato sulla modifica della prima bozza del piano di aiuti emergenziali, minacciando la scissione dal governo che potrebbe portare a un suo eventuale crollo. Due ministre, Teresa Bellanova e Elena Bonetti, hanno ripetutamente minacciato di dimettersi dalle loro cariche nell’esecutivo, se le rivendicazioni di Iv non saranno ascoltate.

Negli ultimi giorni, il Consiglio dei ministri del governo Conte bis si è riunito a più riprese per rinegoziare i termini del Recovery Plan e cercare di ricomporre la frattura tra Iv, da una parte, e Partito democratico, Movimento 5 stelle e Liberi e uguali dall’altra. La bozza di piano è stata rivista e corretta secondo le richieste di Iv e inviata ai partiti di maggioranza ieri sera. Stasera, alle ore 21:30, è previsto un altro Cdm, considerato quello decisivo da molti osservatori (anche se, ovviamente, non si può mai sapere).

La questione Recovery Plan

Il cosiddetto Recovery Plan italiano, ossia il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Recovery and Resilience Facility), dovrà essere presentato alla Commissione europea entro il 30 aprile 2021. Solo dopo questo passaggio è prevista la prima erogazione di contributi economici, pari a circa 20 miliardi, in base alla valutazione della Commissione e all’approvazione a maggioranza qualificata del Consiglio dell’Ue.

Dopo la prima tranche, ce ne saranno altre fino alla fine del 2023, ma le erogazione semestrali successive all’approvazione iniziale saranno sempre sottoposte a monitoraggio da parte delle istituzioni Ue. In base allo stato di avanzamento delle riforme e del piano di investimenti richiesti per l’utilizzo del Recovery Fund, Commissione e Consiglio possono far scattare il cosiddetto freno di emergenza, un monito formale rivolto allo stato membro inadempiente, e in ultima istanza possono anche sospendere i fondi fino a un massimo di tre mesi.

Tuttavia, il Recovery Plan potrà arrivare all’Ue solo dopo la ratifica del nostro governo e l’approvazione da parte del Parlamento italiano. Da quando sono iniziate le contestazioni di Iv, c’è molta apprensione a livello nazionale e internazionale rispetto all’avanzamento della stesura del Piano da parte dell’Italia

I possibili scenari in caso di crisi

Va detto che la crisi di governo di cui si sta parlando da giorni non è ancora formalmente aperta e dipenderà da come procederanno le trattative: se Iv ritirasse sul serio le sue ministre dall’esecutivo e si entrasse in questa fase, tuttavia, gli scenari potrebbero essere diversi.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte potrebbe decidere di dimettersi. In questo caso, potrebbe aprirsi una crisi pilotata, ossia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe incaricarlo di formare un nuovo governo, il cosiddetto Conte ter. In caso di consultazioni, il Pd sembra poco propenso infatti a nominare un nuovo presidente del Consiglio.

Un’altra opzione in caso di dimissioni di Conte sarebbe quella di un governo tecnico, composto dai principali partiti ma capeggiato da una figura esterna alla politica (le ipotesi sulle testate giornalistiche vanno dall’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia all’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi).

Se invece Conte decidesse di mantenere la propria carica e optasse per un rimpasto, ossia la modifica dell’attuale Cdm chiedendo la fiducia al Parlamento. In questo caso, tutto dipenderebbe dall’abilità di Conte di assicurarsi la maggioranza dei voti delle Camere. Se dovesse fallire nel trovare sostegno per un nuovo governo, il paese sarebbe costretto a elezioni anticipate (nel bel mezzo della pandemia).

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[Fonte Wired.it]