Nel 2024 le aziende tech italiane hanno registrato investimenti per un valore di 900 milioni di dollari, un incremento notevole rispetto al decennio precedente. L’occupazione nel settore è aumentata in modo esponenziale, passando da 26mila a 167mila unità in soli dieci anni. Questi sono i dati presentati nella decima edizione del rapporto ‘State of European Tech’ del fondo di investimento Atomico, che analizza 41 paesi europei.
Secondo il rapporto, nel periodo 2005-2014 gli investimenti complessivi in Italia ammontavano a 600 milioni di dollari, ma si prevede che nei prossimi dieci anni, dal 2025 al 2034, questa cifra possa crescere fino a toccare i 7,7 miliardi di dollari. Un dato significativo che testimonia la crescita e il potenziale del settore tech nel nostro Paese.
Inoltre, il rapporto evidenzia che dieci anni fa l’Italia non vantava alcuna azienda tech di successo con valore di mercato superiore a 1 miliardo di euro, ma oggi ci sono ben sette unicorns made in Italy. Queste includono nomi come Satispay, Tatatu, ScalaPay, Kong, Technoprobe, Bending Spoon e Gruppo MutuiOnline.
Se si guarda al contesto europeo, l’Italia si posiziona bene rispetto ad altri Paesi del Sud Europa, con la Spagna a 1,4 miliardi di dollari di investimenti, seguita da Portogallo e Grecia a 100 milioni di euro ciascuno.
Il rapporto sottolinea anche le luci e le ombre del settore tech in Europa: da una parte ci si aspetta che il settore possa raggiungere un valore complessivo di 8 trilioni di dollari in dieci anni, coinvolgendo 20 milioni di professionisti. Dall’altra mancano ancora capitali per la crescita e molte startup europee cercano finanziamenti negli Stati Uniti.
È evidente che ci sia un gap significativo tra le startup americane e quelle europee, con le prime che hanno maggiori probabilità di ricevere finanziamenti di grandi dimensioni. Questa disparità comporta una fuga di risorse dall’Europa, che viene vista come una questione da affrontare a livello istituzionale.
Nonostante ciò, le aziende tech europee hanno raccolto 426 miliardi di dollari in investimenti dal 2015 ad oggi, dieci volte di più rispetto al decennio precedente. Le prospettive per il futuro sono incoraggianti, con le tech company dell’Ue che prevedono di raccogliere 45 miliardi di dollari nel 2024, in linea con i 47 miliardi del 2023.
L’Europa sta emergendo come uno dei principali hub per le startup tech, con città come Londra, Berlino e Parigi che si collocano tra le prime dieci posizioni a livello globale per i finanziamenti alle nuove imprese emergenti. Attualmente, l’Europa è la sede principale per i fondatori di startup emergenti, superando persino gli Stati Uniti.
In conclusione, il settore tech europeo sta investendo sempre di più in sostenibilità, dimostrando un impegno concreto verso un futuro più verde e responsabile. Questi dati incoraggianti delineano un panorama promettente per l’innovazione e la crescita nel settore tech europeo, con l’Italia che si afferma come un attore rilevante in questo contesto in continua evoluzione.