Esplora il mondo della tecnologia e del lifestyle con Consigli Tech e Lifestyle di Flavio Perrone

In Serbia gli studenti continuano a protestare

da | Giu 5, 2025 | Tecnologia


Un caso è simbolico: all’alba del 16 aprile alcuni dipendenti con il cappuccio tirato sul viso sono entrati negli uffici dalla porta sul retro di un piccolo negozio adiacente, scortati dalla polizia. Quando ci passo davanti, il piccolo negozio è circondato dalle tende dei manifestanti e dei veterani. L’ingresso è bloccato da giorni.

Il giorno clou è il 28 aprile: al termine di una sessione decisamente turbolenta, la commissione Cultura e informazione vota all’unanimità per annullare il contestato bando Rem, dando ufficialmente il via a una nuova selezione. Ancora una volta, l’annuncio degli studenti arriva via social: “È stato indetto un nuovo concorso per il Consiglio Rem. Con ciò, il blocco Rts è finito, dopo 14 giorni”. Con una precisazione: “La battaglia è vinta, ma la guerra continua”.

A Belgrado, tra le fila degli studenti, l’atmosfera è elettrica. La sera, un concerto nel cortile del V. Beogradska Gimnazija, organizzato per sostenere i professori della scuola, senza stipendio per aver aderito allo sciopero contro le nomine imposte dal ministero, si trasforma in una celebrazione di quella che viene definita “la prima vittoria degli studenti”.

Presente e futuro delle proteste

Oggi le proteste non si fermano. Lo scorso fine settimana, a Subotica, si sono riuniti centinaia di manifestanti, arrivati dalle cittadine vicine e da Novi Sad a piedi, in bicicletta, con ogni mezzo.
Gli agricoltori provenienti dai centri vicini, hanno presidiato le vie del centro con i loro trattori, ancora una volta sono stati i veterani di guerra a supportare il servizio d’ordine degli studenti: un altro esempio – non è la prima né l’unica occasione in cui è accaduto – a conferma del coinvolgimento della società civile in queste proteste. Nel frattempo, gli studenti sono arrivati nel cuore istituzionale dell’Europa: in bicicletta a Strasburgo e con una maratona fino a Bruxelles.

È lecito domandarsi quale sia il futuro delle proteste: gli studenti raccontano che la cittadinanza chiede ai promotori di entrare in politica, magari con una lista civica. Sono delusi da tutti, anche dall’opposizione. Ma c’è anche un’altra ipotesi sul tavolo, che implica un coinvolgimento meno diretto, ma può aiutare – e molto – a rendere più trasparenti le consultazioni: formare i rappresentanti di lista sulle procedure corrette da seguire al seggio, in modo da provare a ridurre i brogli. Arrivando nelle periferie, coinvolgendo le comunità locali, per esempio con le lunghe marce di ragazze ragazzi accolti nelle case dei villaggi più remoti, si è arrivati a toccare quello che a tutti gli effetti è il corpo elettorale, e il voto resta sempre esercizio di democrazia. Una cosa è certa: la protesta non è più esclusiva del corpo studentesco; perché il cambiamento, quello vero, deve essere collettivo.



Fonte

Written By

Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

Related Posts