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giovedì, Giu 04

In Siberia c’è stato un disastro ambientale



Da Wired.it :

Un’enorme perdita di gasolio da 20mila tonnellate si è riversata in un fiume artico. Vladimir Putin ha dichiarato lo stato di emergenza, ma ha accusato l’azienda che gestisce il sito di non essere stata tempestiva nel lanciare l’allarme

(foto: Andrei MarmyshevTASS via Getty Images)

A Norilsk, nella regione del Krasnojarsk della Siberia settentrionale, in Russia, un guasto a una centrale elettrica ha provocato un grave danno ambientale alla zona. Il 29 maggio si è rotta una cisterna che ha riversato nel fiume Ambarnaya circa 20mila tonnellate di gasolio, arrivando a contaminare un’area di 350 chilometri quadrati. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato lo stato d’emergenza e ha annunciato che sarà avviata un’indagine interna per capire le cause dell’incidente. La mobilitazione del governo russo, secondo lo stesso presidente, non è stata tempestiva come avrebbe voluto a causa di un ritardo di comunicazioni da parte dell’azienda che gestisce la centrale, la Ntek, che svolge attività di estrazione per la Norilsk Nickel, una delle più importanti società al mondo in questo settore.

In una videoconferenza, trasmessa in tv tra Putin e Sergei Lipin, a capo della Ntek, il presidente si è infatti lamentato di essere venuto a conoscenza del fatto solo dopo che la notizia è stata diffusa sui social. L’azienda ha risposto che l’incidente sarebbe stato comunicato, invece, “in modo tempestivo”.

La dinamica dell’incidente

Le immagini diffuse sui social mostrano una lunga scia di gasolio – che arriva fino a circa 12 chilometri rispetto al luogo dell’incidente – che ha colorato di rosso il fiume. Secondo il capo dell’agenzia per la tutela dell’ambiente russa, Svetlana Radionova, gli elementi inquinanti presenti nel corso d’acqua sarebbero presenti in quantità 10mila volte superiori a quelle consentite. 

(Photo by Denis KozhevnikovTASS via Getty Images)

La dinamica dell’incidente non è ancora chiara, ma potrebbe essere stato causato dal cedimento di alcuni pilastri che sostenevano la cisterna. I pilastri, costruiti in permafrost, a causa dell’aumento delle temperature si sarebbero sciolti.

Sul piano d’intervento per bloccare la fuoriuscita c’è ancora un po’ di confusione. Alexei Knizhnikov, a capo della sezione russa del Wwf, ha spiegato che il gasolio è molto difficile da ripulire visto il suo livello di tossicità; inoltre la conformazione del fiume rende ancora più difficili operazioni di questo tipo. Il ministro dell’ambiente russo, Dmitry Kobylkin, ha però da subito escluso l’ipotesi vagliata da alcuni di bruciare l’enorme chiazza di carburante: “Non si può immaginare di bruciare così tanta benzina in un territorio artico: sarebbe un grosso problema”, ha dichiarato.

La Norilsk Nickel non è nuova a incidenti di questo tipo: nel 2016 un guasto simile si era verificato in un impianto metallurgico e, anche in quel caso, del materiale inquinante aveva contaminato le acque di un altro fiume limitrofo alla città di Norilsk: la quale inoltre, a causa degli impianti dell’azienda, è considerata la città più inquinata della Terra.

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[Fonte Wired.it]