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giovedì, Ott 31

In tutto questo, Donald Trump odia i cani


Nonostante il cane-eroe Conan, giova ricordare che il presidente degli Stati Uniti non ha mai sopportato i migliori amici dell’uomo, tanto da renderli il suo insulto preferito

(foto: Sean Rayford/Getty Images)

Per essere uno che non sopporta i cani, Donald Trump li ama moltissimo. In questa settimana il presidente Usa ha celebrato più volte su Twitter il cane-eroe Conan, pastore belga che ha partecipato al raid contro Abu Bakr al-Baghdadi. “Un animale meraviglioso”, ha scritto – ovviamente su Twitter, il canale presidenziale – diffondendone la foto: “Ha fatto un grande lavoro!“. Di più: “Lo riceverò alla Casa Bianca la prossima settimana”. Di più, ancora: “American hero!”, allegando un incredibile fotomontaggio in cui appende al collo di Conan una medaglia d’onore al valore militare.

Conscio del secolare valore elettorale dei cani (figurarsi di quelli eroi), Trump è dunque più che contento di sorvolare sul rapporto non proprio idilliaco con loro. Sì, perché non è affatto un rapporto d’amore, anzi: pare che sotto quella patina di cinofilia si nasconda un detrattore degli amici a quattro zampe. Il rapporto tra il biondo presidente e i quadrupedi è stato raccontato per la prima volta dalla sua ex Ivana Trump. Quando i due dovevano iniziare a convivere, fecero i conti un terzo incomodo: il barboncino di lei, nome: Chappy. Un incubo, per un germofobico come Trump. Dopo diversi litigi sul tema, Ivana si impuntò e passo all’ultimatum: “Gli dissi: ‘O prendi me e Chappy, o nessuno dei due!”. Trump capitolò. Chappy non dimenticò: “Ogni volta che Donald si avvicinava, lui gli abbaiava contro”, ha spiegato Ivana.

E anche se in un suo hotel di Las Vegas ha offerto dei servizi di massaggi e spa per i cani, negli anni ha mostrato una predilezione per la parola cane da usare come insulto marchiante. Quando era solo un ereditiere miliardario, nel 2012, aveva usato il termine per offendere Kristen Stewart: “Ha tradito come una cagna Robert Pattinson”. Poco dopo aveva definito il rapper Mac Miller un “cane ingrato”. E aveva inviato a una editorialista del New York Times una copia cartacea di un pezzo che lei aveva scritto su di lui. “Aveva cerchiato la mia faccia e ci aveva scritto sopra: ‘Faccia da cane’”, racconta lei.

E così, quando è stato eletto nel 2016, The Donald è diventato il primo presidente dal 1901 a non portare con sé alla Casa Bianca un cane. Ai giornalisti che gli chiedevano il perché di quella scelta piuttosto inconsueta, aveva risposto candido: “Non ho tempo. Mi ci vedete a farlo passeggiare nel giardino della Casa Bianca?”.

Forse no, ma quel che è certo è che lo abbiamo visto continuare gli insulti canini. Come ricorda Slate, nel 2018 ha twittato: “Il generale Kelly ha fatto bene a licenziare quel cane”, riferendosi a un ex assistente. Ancora prima, ha usato le espressioni “fired like a dog” (“licenziato come un cane”) o “dumped like a dog” (“scaricato come un cane”) per attaccare, nell’ordine, l’idolo dell’alt right americana Steve Bannon, il candidato Ted Cruz, il giornalista Michael Wolff e il suo collega Chuck Todd.

Adesso, l’uomo è pronto a ricevere alla Casa Bianca il cane American hero. Il commander-in-chief americano ha avuto una svolta cinofila? Difficile, visto che lo stesso giorno in cui celebrava il buon Conan, festeggiava la dipartita del califfo con la consueta enfasi: “Al-Baghdadi è morto come un cane!”.

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