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martedì, Set 01

In un anno di governo il Pd ha perso su ogni fronte



Da Wired.it :

Anche i decreti sicurezza rischiano di slittare a dopo le regionali e della legge elettorale non c’è traccia: la famosa “discontinuità” pretesa da Zingaretti per il Conte II non è mai esistita. E la pandemia non può giustificare 365 giorni di immobilismo

(foto: FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Governo, Zingaretti: ‘Serve discontinuità, troveremo soluzione’”. “Crisi di governo: le 3 (nuove) condizioni del Pd: abolizione decreti sicurezza e modifica taglio parlamentari”. E ancora: “Zingaretti a M5s: cinque punti per un governo, discontinuità o voto”. Era esattamente un anno fa, e questi titoli di quotidiani e agenzie fra il 22 e il 31 agosto 2019 testimoniano i termini in cui il Partito democratico si accingeva a formare un governo col Movimento 5 stelle. Un’alleanza impensabile con chi fino al giorno prima aveva parlato dei dem come del “partito di Bibbiano” e, a parti invertite, inconcepibile per gran parte degli elettori Pd. E non solo: si sceglieva di dare vita a quello che sarebbe stato il Conte II con chi condivideva le scelte dei porti chiusi di un ministro dell’Interno che rispondeva al nome di Matteo Salvini.

Un anno dopo, nulla è cambiato. Non c’è traccia di quella “discontinuità” tanto discussa, e la sua attesa è divenuta da grottesca a miserevole per chi sperava in un qualche risultato. Non ce n’è traccia sotto il profilo istituzionale, con una legge elettorale improvvisamente riscoperta dai dem come condizione per votare Sì al referendum sul taglio dei parlamentari ma protagonista per mesi di veti incrociati e di un’anestesia parlamentare; né tantomeno, sotto quello della gestione delle politiche migratorie: le modifiche ai decreti sicurezza di epoca salviniana, ormai pronte da tempo, potrebbero infatti slittare ancora.

La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, sostanzialmente abbandonata a se stessa nel corso dell’estate, ha consegnato nelle scorse settimane il piano su cui la maggiorava sembrava d’accordo e chiede ora una linea chiara per le necessità più impellenti: gli sbarchi sono ripresi, la mobilitazione delle ong – che salvano vite e chiedono giustamente porti sicuri in cui sbarcare – idem e l’esecutivo è fermo nel guado fra navi-quarantena per il coronavirus, rimpatri che procedono alla spicciolata e trasferimenti dai centri siciliani – in particolare da Lampedusa, inspiegabilmente lasciata in ginocchio – nel resto del paese: il tutto in pieno clima elettorale, oltre che referendario. E, appunto, lo stallo sul quadro normativo generale che dovrebbe alleggerire l’approccio punitivo, per esempio cancellando le multe milionarie alle ong, dovrebbe introdurre la protezione speciale per chi rimane fuori dall’asilo, e ricostituire il sistema Sprar di accoglienza diffusa con servizi di orientamento e formazione, smantellato da Salvini col via libera del presidente del Consiglio dell’epoca: l’evidentemente non troppo discontinuo Giuseppe Conte.

C’è stata l’emergenza della pandemia, un trauma storico che d’altronde non è finito. Di conseguenza, una situazione sanitaria niente affatto in sicurezza: migliore che nel resto d’Europa, sotto controllo dal punto di vista clinico, ma su cui incombono i rischi autunnali, in attesa di un vaccino che pure non sarà la pozione magica (almeno nell’immediato). Ci sono come detto le elezioni in sette regioni, dalla Toscana alla Campania fino alla Liguria, che potrebbero riservare un colpo fatale alla coalizione giallorossa (dove pure l’appello all’unità di Zingaretti è caduto nel vuoto) e il referendum che ognuno interpreterà a suo modo: M5S escluso, che ne ha fatto una battaglia quasi paranoica.

Rimane il fatto che a un anno di distanza da quelle severissime trattative di fine agosto 2019, e il giuramento del Conte II del 5 settembre, il bilancio di un anno di Pd al governo è a dir poco deludente. Anzi, è una Caporetto: nessuno dei punti di cui parlava Zingaretti all’epoca è stato raggiunto. Basti sottolineare ancora che i decreti sicurezza sono lì, e saranno tolti dal tavolo di settembre per non fornire un pretesto a Salvini e il taglio dei parlamentari è stato approvato così com’era con una serie di rassicurazioni che non sono state onorate, su tutte le nuova legge elettorale. Che dire? Un capolavoro.

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[Fonte Wired.it]