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Indagine europea sui chip RFFE di Qualcomm per il 5G

By webmaster
06/02/2020
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La Commissione Europea ha avviato un’attività di indagine al fine di chiarire se Qualcomm ha attuato un qualche comportamento da ritenere in violazione delle normative antitrust continentali per quanto riguarda i chip RFFE (Radio Frequency Front-End) destinati ai prodotti da collegare alle reti 5G. Si tratta delle componenti hardware che affiancano il modem per gestire ogni aspetto legato alla connettività.

Qualcomm: indagine europea sui chip RFFE per il 5G

A renderlo noto è lo stesso produttore di San Diego, in un documento pubblicato insieme ai risultati finanziari relativi all’ultimo trimestre. La redazione del sito TechCrunch ha ottenuto da Bruxelles una breve dichiarazione che conferma come l’indagine sia al momento nella sua fase preliminare.

Possiamo confermare che la Commissione ha spedito i questionari come parte di un’indagine preliminare sul mercato Radio Frequency Front-End.

Pochi i dettagli relativi alla vicenda. L’azienda, all’alba dell’era 5G, si è assicurata contratti per la fornitura di queste componenti con realtà del calibro di Samsung, Alphabet (Google) e LG. Riportiamo di seguito in forma tradotta il passaggio del documento di Qualcomm destinato agli investitori in cui si fa riferimento alla questione.

… ci ha notificato di indagare se siamo coinvolti in un comportamento anticompetitivo nell’Unione Europea o nell’Area Economica Europea facendo leva sulla nostra posizione nel mercato dei processori baseband per il 5G.

Altre aziende impegnate nella commercializzazione delle stesse componenti sono Broadcom, Skyworks Solutions Inc e Qorvo. Impossibile al momento prevederne gli sviluppi, come sottolinea anche Qualcomm in un suo commento alla notizia.

È difficile prevedere gli sviluppi di questa vicenda o quali rimedi, se ci saranno, verranno imposti dalla Commissione Europea. Crediamo che le pratiche legate al nostro business non siano in violazione con le leggi dell’Unione Europea sulla concorrenza.

In caso di violazione accertata, la multa potrebbe arrivare al 10% dei profitti generati in un anno su scala globale.



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