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venerdì, Mar 06

Indovinate chi ha cambiato idea sull’importanza delle ong



Da Wired.it :

Dopo aver costruito intere campagne elettorali demonizzandole, i leghisti alle prese con l’emergenza coronavirus hanno fatto inversione a U: “L’aiuto dei medici delle ong è il benvenuto”

Attilio Fontana, Matteo Salvini e Luca Zaia a un comizio della Lega (foto: Getty Images)

Sembra passato un secolo da quando il dibattito quotidiano italiano era focalizzato su temi come i cosiddetti porti chiusi e le ong taxi del mare. Erano queste le grandi preoccupazioni dei sovranisti di casa nostra, sbraitanti nelle piazze a vena in fuori su come poche navi umanitarie nel Mediterraneo fossero il preludio a una sostituzione etnica imminente. La cronaca quotidiana non offriva molto, e così i problemi, le emergenze andavano create per cavalcare una paura che sa pagare elettoralmente. E allora ecco i jingle sugli immigrati che ci portano le malattie, le ong che giocano una sorta di battaglia navale telecomandata dall’attico open space di George Soros, la legittima difesa e l’arma personale priorità di un paese sempre più insicuro, e via dicendo.

Si è creato un terrore immaginario per offrire delle risposte a un popolo spaventato: poi però il terrore – quello reale – è arrivato per davvero. Il Covid-19 da settimane sta flagellando l’ il paese si è fermato per limitare il contagio, ma i numeri che ci vengono restituiti ogni sera assumono sempre più le sembianze di un bollettino di guerra. Un problema sanitario ed economico, che ha reso l’Italia un lazzaretto da cui tenersi alla larga nella cronaca globale e sembra aver improvvisamente cambiato l’identità profonda del cittadino italiano.

La situazione più critica è in Lombardia, ed è proprio qui che nelle ultime ore la giunta regionale leghista ha fatto un doppio salto carpiato ideologico. “L’aiuto dei medici delle ong è il benvenuto”, ha dichiarato Giulio Gallera, assessore al welfare in prima linea nell’emergenza. Subito tornano in mente le immagini delle navi non governative lasciate in mare per giorni con la chiusura dei porti, i processi di Matteo Salvini contro il personale umanitario, il Capitano che sottolinea come la “mangiatoia dell’immigrazione clandestina stia facendo impazzire le ong”; quelle stesse ong messe nella condizione di non riuscire a operare con i vari decreti sicurezza che le hanno rese dei para-criminali.

Poi al’improvviso, quello che fino al giorno prima era considerato un branco di antipatriottici che minava l’identità nazionale commettendo il peggiore dei crimini nella filosofia sovranista – salvare vite non-italiane in mare – il giorno dopo è diventato una risorsa a cui attingere per contenere l’emergenza sanitaria in corso. I galoppini di Soros diventano con uno schiocco di dita personale umanitario prezioso, a cui la regione leghista si dichiara disposta a retribuire il lavoro. E le ong si sono subito messe a disposizione – sarà che a differenza dei sovranisti non provano rancore. È il caso ad esempio di Msf, che per voce della presidente Claudia Lodesani ha sottolineato che “in questo momento difficile ci è sembrato doveroso mandare un segnale di solidarietà ai nostri colleghi e di vicinanza alla popolazione italiana, cercando di contribuire nel nostro piccolo al grandissimo sforzo che il sistema sanitario sta compiendo senza sosta da più di un mese”.

Ma a ben vedere, non è solo sulle ong che i sovranisti hanno fatto un’inversione a U. Dopo anni di dialettica sui porti chiusi, l’aiutarli a casa loro e la strumentalizzazione di ogni singolo caso di ebola o malaria per spiegarci che ogni arrivo in Italia rischia di tramutarsi in una bomba sanitaria, oggi il boomerang è tornato indietro e ci ha colpiti in piena faccia. Frontiere chiuse agli italiani, cancellazioni turistiche, collegamenti con il nostro paese sospesi, atti di vera e propria italofobia, velisti respinti dalla Tunisia, navi da crociera tricolori non gradite, servizi televisivi che ci hanno dipinto come popolo di contagiati da cui mantenere una certa distanza di sicurezza. I sovranisti hanno compreso sulla propria pelle la concretizzazione dei propri ideali. E non gli è piaciuto, come è ovvio che sia.

Il “chiudere, sigillare, bloccare” di Matteo Salvini si è così trasformato in un suo inedito ”aprire, aprire, aprire”. L’aiutiamoli a casa loro ha lasciato il posto agli appelli anti-italofobia all’estero. E, appunto, le ong da nemico sono diventate eroi a cui chiedere sostegno per far rientrare la crisi sanitaria. Le piroette sovraniste sono state la conseguenza di un contrappasso dantesco che ha colpito gli italiani con quelle pene che fino a qualche mese fa si infliggevano a quegli altri, i migranti. E la Lega e chi per lei si sono trasformati in forza politica filo-umanitaria, paladina di Schengen e in prima linea contro le discriminazioni.

Chissà se quando tutto questo sarà finito questa esperienza diretta farà da lezione per un cambio di rotta, per una nuova ventata di umanità. A giudicare dai titoli di queste ore, con Salvini che – mentre invoca l’apertura dei porti stranieri agli italiani – critica la non chiusura dei porti italiani agli stranieri, prevale ancora il pessimismo.

 

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[Fonte Wired.it]