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lunedì, Nov 02

Instagram: dentro Spark Ar, la fabbrica per filtri



Da Wired.it :

Spark Ar è la piattaforma di realtà aumentata di filtri per il social network. Alla guida c’è l’italiano Davide La Sala, che racconta le tecnologie del futuro

I filtri di Ar Spark
I filtri di AR Spark

Giocare con i filtri di Instagram è diventata per molti di noi un’abitudine quotidiana. Danno colore alle Stories, le rendono più interessanti, spesso ironiche. Dietro alla tecnologia che ci permette farlo c’è un mondo ampio, importante, internazionale guidato da un italiano, Davide La Sala, che aiuta a capire meglio come funziona Spark AR, la piattaforma di realtà aumentata che ha al momento più di 400mila creator attivi in più di 190 nazioni, che hanno pubblicato 1,2 milioni di filtri AR

Chi è Davide La Sala

Davide La Sala è pioniere della computer grafica italiana. Ha cominciato giovanissimo in settore che era ancora agli albori in Italia e ora, vent’anni dopo, fa lo stesso nel mondo della realtà aumentata. Non tutti sanno che la capacità di innovare nell’arte e nella tecnologia è una delle più grandi qualità italiane, molto apprezzate anche all’estero, come ci conferma Davide, al quale Facebook e il team di Spark AR hanno dato la possibilità di avere un impatto tecnologico molto importante. Un esempio? La FaceMesh, ovvero la ricostruzione digitale di un volto in 3D, che è alla base della grande maggioranza dei filtri selfie virali, condivisa da miliardi di persone e celebrities. Pochissimi sanno che c’è anche un italiano dietro questo successo

Sono un artista tecnico e un creative technologist“, spiega Davide: “Lavoro nel mondo della computer grafica da più di 20 anni. Ho cominciato la mia carriera nel 1998 a soli 17 anni lavorando al videoclip musicale degli Eiffel 65 “Blue”, uno dei primi in Italia completamente generato al computer. Ho lavorato per alcune delle più grandi aziende al mondo di effetti speciali, tra Londra e Los Angeles, dove ho partecipato alla realizzazione di 15 film a Hollywood, per Disney e Marvel e molti altri come direttore tecnico di personaggi digitali. Annoiato, ho deciso poi di cercare delle nuove sfide ed esplorare il mondo della realtà virtuale e di quella aumentata“. 

È così che Davide è arrivato a Facebook: “Ho lavorato inizialmente sul progetto di Social Vr chiamato Oculus Rooms dove ho contribuito ad esplorazioni artistiche e tecniche nella visualizzazione degli Oculus Avatar, ovvero la rappresentazione virtuale di persone, poi di ambienti e attività da fare nei mondi sintetici. Da novembre 2016 invece faccio parte del team a Facebook che lavora su Spark AR“.

Il suo lavoro consiste, racconta, “nell’abbattere le barriere e i costi di creazione per la realtà aumentata, spaziando tra soluzioni tecniche avanzate, integrazioni con altri software, la creazione di contenuti tecnico-artistici, di materiale educativo, fino al supporto specialistico alla nostra community di creator, sempre in crescita“. E proprio la community dei creator è fondamentale per Spark AR, dice La Sala: “Negli ultimi tre mesi 150 dei nostri creator hanno visto i loro filtri AR generare più di un miliardo di visualizzazioni“. Di questi, il 55% è costituito da donne

Da Facebook a Instagram

Instagram è un altro pilastro del successo di Spark AR. La Sala racconta che “è da sempre stato un social network dedicato all’estetica, con utenti pratici di foto editing, il passo all’enorme utilizzo della realtà aumentata è stata un’evoluzione naturale nel modo di esprimersi del social. L’introduzione delle storie di Instagram e dei Reels ha dato vita proprio a un nuovo trend dove diversi dei nostri creator sono diventati veri e propri influencer superando il milione di follower ciascuno“.

Parte del successo dei filtri di AR è legato al fatto che sono facili da usare anche per un utente alle prime armi: con un paio di clic si può cambiare  il colore dei propri capelli, colore e forma degli occhi, aggiungere un makeup virtuale, animare un poster di un film o piazzare un pezzo di arredo nel proprio salotto. 

Il software ha diversi livelli di complessità di interazioneTutto questo ha dato una spinta incredibile alla realtà aumentata che non è una novità, come del resto la realtà virtuale, ma Facebook è riuscita a risolvere i più grossi problemi di creazione, performance, flessibilità e distribuzione multipiattaforma“, spiega La Sala. Spark AR ha un sistema di distribuzione sicuro multipiattaforma, Spark AR Hub, e un software di authoring, Spark AR Studio, gratuito e disponibile per Windows e MacOs. 

Realtà aumentata e tendenze future

La realtà aumentata sta piazzando le basi dello spatial computing, la nuova frontiera di come interagiremo con i computer tra qualche anno. Facebook, come annunciato da diverso tempo, sta lavorando a degli occhiali di realtà aumentata che possano sostituire in molti casi gli smartphone. Per La Sala “la pandemia ha cambiato il mondo e con esso anche la tecnologia ha dovuto adattarsi ed evolversi. Per il prossimo futuro mi aspetto una grossa spinta nell’evoluzione della comunicazione a distanza e allo shopping online tramite la realtà aumentata“.

E aggiunge: “L’intelligenza artificiale, il machine learning relativo alla computer vision, il rendering remoto, il 6G, le batterie wireless ricaricabili in secondi, sistema di navigazione 3D di interni, audio spaziale e nuove display ottici ultra-sottili, ed una cura maniacale alla sicurezza e privacy, sono alcune delle innovazioni che ci porteranno a vivere in questo mondo aumentato”. Sarà quindi una totale rivoluzione su come consumeremo contenuti, interagiremo con il mondo e compreremo online.

Di certo si andrà sempre più nella direzione dell’attenzione al dettaglio: per esempio Spark AR Studio offre la funzionalità di assegnare un materiale che simula le proprietà fisiche, come plastica e metallo, a un oggetto tridimensionale. “Questa feature è stata concepita per aumentare il realismo di oggetti virtuali per soluzioni principalmente commerciali“, spiega La Sala: “Non avrei mai immaginato che questi strumenti potessero dare la possibilità alle nostre, ormai famose, AR influencer, di ridefinire la bellezza ed il look sintetico, come la pelle plastica e traslucente di Beauty3000 di @johwska , le esplorazioni di fashion e lifestyle di @autonommy come “Supersede”, o al digital cosplay di @paigepiskin“. 

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[Fonte Wired.it]