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giovedì, Ago 04

Intel, accordo vicinissimo per lo stabilimento italiano? Due Regioni in lizza

da Hardware Upgrade :

L’accordo tra Intel e il governo italiano per l’impianto di back-end dei semiconduttori (argomento approfondito qui) sarebbe ormai prossimo e avrebbe un valore iniziale di 5 miliardi di dollari.

A ritornare su questo importante investimento, promesso da Intel e di cui si erano perse un po’ le tracce, l’agenzia di stampa Reuters. L’investimento dell’azienda statunitense in Italia parte di un grande piano europeo che porter alla creazione di stabilimenti e centri di ricerca con varie funzioni e scopi anche in Germania, Francia, Spagna, Irlanda e Polonia. L’obiettivo di Intel quello di avvicinare produzione e progettazione alle aziende europee, permettendo loro di non dipendere troppo dall’Asia.

Tra COVID e tensioni geopolitiche, infatti, gli ultimi anni hanno dimostrato come la filiera dei semiconduttori fosse troppo sbilanciata verso Oriente e soprattutto sottodimensionata per far fronte alla richiesta di chip in forte crescita da tutti i settori. Le fonti di Reuters riportano che “il governo del premier uscente Mario Draghi stava lavorando per avere un accordo in vigore entro la fine di agosto, in vista delle elezioni nazionali anticipate previste per il 25 settembre”.

Il governo italiano sarebbe pronto a sostenere il 40% dell’investimento totale di Intel in Italia, impegno che nel tempo dovrebbe crescere dagli iniziali 5 miliardi di dollari. Tuttavia queste cifre vanno prese con le pinze perch “l’entit totale dell’investimento di Intel e come l’Italia preveda di finanziarne la propria quota non ancora chiaro”.

Ricordiamo che Intel nel mese di marzo parl di un potenziale investimento fino a 4,5 miliardi di euro, circa 1500 posti di lavoro in Intel e altri 3500 posti di lavoro fra fornitori e partner.

E se la notizia di un’intesa pressoch conclusa ci fa saltare di gioia (ma lo spumante sar stappato solo all’annuncio), la domanda che sorge spontanea : dove sorger la fabbrica? “Intel e il governo hanno selezionato possibili siti in due regioni italiane”, dicono le fonti di Reuters. Sembrerebbe che la lista si sia ridotta aPiemonte e Veneto, almeno secondo una delle fonti, anche se la decisione non stata ancorapresa. Anche Lombardia, Puglia e Sicilia erano nella lista iniziale.

Roma, finora, avrebbe accantonato 4,15 miliardi di euro fino al 2030 per attrarre i produttori di chip e gli investimenti in tecnologie innovative. Supportata dall’approvazione dello European Chips Act, l’Italia avrebbe intavolato discussioni con STMicroelectronics, MEMC Electronic Materials, TSMC (che per ha raffreddato gli entusiasmi) e Tower Semiconductor (azienda che Intel ha comprato all’inizio di quest’anno).



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