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lunedì, Set 26

Intel, la fabbrica italiana sorgerà in Veneto, a Vigasio: lo dice Reuters

da Hardware Upgrade :

Secondo fonti dell’agenzia di stampa Reuters, Intel e l’ormai ex governo Draghi avrebbero scelto il luogo in cui sorgerà la fabbrica italiana del colosso dei microchip: Vigaso, in Veneto, a 15-20 chilometri da Verona. In base alle indiscrezioni precedenti, da settimane si stava giocando una partita a due in cui alla fine il nord-est ha battuto il nord-ovest, o meglio il Piemonte.

Vigasio è stata scelta perché strategicamente vicino all’autostrada e alla ferrovia del Brennero. Inoltre, è ben connessa con la Germania e in particolare Magdeburgo, dove Intel ha annunciato la costruzione di due enormi impianti per la produzione dei semiconduttori.


Il CEO di Intel, Pat Gelsinger, con un wafer di microprocessori

All’interno di un piano europeo molto articolato (dettagli qui), Intel punta sull’Italia per realizzare un polo relativo al back-end dei processori. Cosa significhi sul fronte tecnologico l’abbiamo approfondito in un articolo apposito, ma in estrema sintesi si tratta di “assemblaggio” dei chip, con tecnologie avanzate che diventeranno sempre più centrali nell’offerta del colosso statunitense.

Lo scorso marzo Intel annunciava l’intenzione di investire sull’Italia fino a 4,5 miliardi di euro, per creare uno stabilimento da 1500 posti di lavoro in Intel e altri 3500 posti di lavoro fra fornitori e partner. Considerando che la costruzione di un impianto legato all’industria dei semiconduttori richiede anni per essere finalizzato, lo stabilimento italiano di Intel potrebbe diventare operativo in un periodo tra il 2025 e il 2027. Al momento non ci sono dettagli certi sui sussidi che l’Italia metterà a disposizione di Intel, ma si vocifera di una copertura fino al 40% dell’investimento complessivo.

A quanto pare sembra tutto pronto per l’annuncio, un potenziale ottimo biglietto da visita per il governo entrante, anche se effettivamente il “lavoro sporco” andrebbe ascritto a Draghi e ai suoi ministri.

Proprio il passaggio di consegne potrebbe essere critico secondo Reuters, tanto che “gli stretti collaboratori di Draghi mirano ad avviare negoziati dietro le quinte con i loro probabili successori per evitare qualsiasi rischio che l’accordo possa essere contestato dal nuovo governo italiano“, riportano le fonti spiegando che “la scelta del sito è politicamente molto delicata”.

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