L’accordo prevede la produzione di processori personalizzati e l’integrazione delle architetture delle aziende. Dopo l’annuncio le azioni Intel sono balzate del 30%. Una mossa strategica: proprio ieri Pechino, per cercare di ridurre la sua dipendenza tecnologica dalle big tech statunitensi, ha intimato alle sue aziende tech di non comprare chip Nvidia per l’IA
Ad un giorno dal divieto d’acquisto imposto da Pechino nei confronti della Nvidia per alcuni dei principali colossi tech cinesi, una nuova manovra strategica e finanziaria del consorzio americano potrebbe ridefinire i rapporti di forza nell’industria dei semiconduttori. Nvidia ha infatti annunciato di aver investito 5 miliardi di dollari in azioni Intel. L’accordo prevede la produzione di processori personalizzati e l’integrazione delle architetture delle aziende.
L’accordo miliardario tra Nvidia e Intel
Annunciato in contemporanea dai due colossi, l’accordo prevede che Nvidia acquisterà azioni Intel per 5 miliardi di dollari, al prezzo di 23,28 dollari per azione. In seguito a questo annuncio, le azioni Intel sono balzate del 30%, raggiungendo i 32,40 dollari nelle pre-contrattazioni alla Borsa di New York. Questa collaborazione è “una fusione di due piattaforme di livello mondiale. Insieme, espanderemo i nostri ecosistemi e getteremo le basi per la prossima era dell’informatica”, ha affermato Jensen Huang, Ceo di Nvidia.
                          
                            
                            
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Le ragioni dell’accordo
Intel, storico produttore di chip della Silicon Valley, sta cercando di rimanere a galla rispetto ai suoi concorrenti ormai dominanti, guidati appunto da Nvidia, nel campo dell’intelligenza artificiale. All’inizio di agosto lo stesso presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva chiesto le dimissioni del suo capo, Lip-Bu Tan, a causa delle accuse riguardanti i suoi legami con la Cina. Il governo statunitense voleva ottenere una quota dell’azienda in cambio dei sussidi già pianificati dall’ex presidente Joe Biden. Sotto le pressioni di Trump, lo stesso governo ha acquisito una quota del 10% di Intel ad agosto. Anche il colosso giapponese degli investimenti tecnologici SoftBank Group ha annunciato ad agosto che avrebbe investito 2 miliardi di dollari in Intel, portando la sua partecipazione al 2%. Dal lato del compratore invece, questa mossa potrebbe avere un grande valore strategico: proprio ieri Pechino, per cercare di ridurre la sua dipendenza tecnologica dalle big tech statunitensi, ha intimato alle sue aziende tech di non comprare chip Nvidia per l’IA .
                          
                            
                            
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