Il gigante ha mostrato anche alcune novità basate sulla capacità di Gemini di ragionare e compiere azioni. Tra queste c’è Mariner, un agente per Chrome in grado di svolgere attività sul browser in risposta a un comando, come per esempio fare acquisti. Mariner sarà disponibile come “anteprima di ricerca” attraverso un nuovo piano di abbonamento chiamato Google AI Ultra al costo di ben 249,99 dollari al mese.
Google ha anche mostrato una versione più potente di Project Astra, il suo assistente sperimentale, capace di vedere e ascoltare il mondo attraverso uno smartphone o un paio di occhiali intelligenti.
Oltre a dialogare con il mondo che lo circonda, Astra ora può anche utilizzare uno smartphone, per esempio accedendo a un’applicazione oppure andando alla ricerca di informazioni utili sul web. Durante una dimostrazione, Google ha mostrato una scena in cui si vede un utente chiedere ad Astra di aiutarlo a cercare i pezzi per riparare una bicicletta.
Doshi aggiunge che Google sta attualmente addestrando Gemini affinché l’AI capisca meglio come anticipare le esigenze dell’utente, facendo per esempio partire una ricerca online. Sia la responsabile di Google che Hassabis ritengono che i prossimi assistenti dovranno essere proattivi senza diventare però fastidiosi.
Le abilità di Astra sono dovute al fatto che Gemini modella il mondo fisico per capirne il funzionamento, un aspetto che Hassabis considera una componente fondamentale dell’intelligenza biologica. Ma l’AI dovrà anche affinare il suo ragionamento, la sua capacità di agire e la sua inventiva, aggiunge il capo di DeepMind. “Ci sono capacità che ancora mancano“, osserva.
Tuttavia, l’intelligenza artificiale promette di sconvolgere il modo in cui le persone fanno ricerche sul web ben prima dell’arrivo dell’AGI, un aspetto che potrebbe influenzare profondamente il business principale di Google.
All’I/O, la società ha annunciato nuovi sforzi per adattare la ricerca all’era dell’AI. Negli Stati Uniti Google distribuirà a tutti gli utenti una versione di Search alimentata dall’intelligenza artificiale chiamata AI Mode e introdurrà uno strumento AI per lo shopping che tra le altre cose permetterà di caricare una foto e “provare” virtualmente un capo di abbigliamento. Il servizio che riassume i risultati di ricerca, AI Overviews, verrà ampliato a più paesi e lingue (in Italia, e in italiano, è già arrivato da qualche mese).
Quando manca all’AGI
Alcuni ricercatori ed esperti di AI sostengono che l’intelligenza artificiale potrebbe essere solo a qualche anno di distanza o addirittura già tra noi, a seconda di come si definisce l’espressione. Dal canto suo, Hassabis sostiene che potrebbero volerci dai cinque ai dieci anni prima che le macchine riescano a padroneggiare tutto quello che un essere umano è in grado di fare. “Nel grande schema delle cose, è comunque abbastanza imminente – spiega –. Ma non parliamo di domani né dell’anno prossimo“.