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giovedì, Mag 04

Intelligenza artificiale, il primo corso universitario in cui il docente è l’AI



Da Wired.it :

Anche AI e ChatGPT dipendono dall’uso che ne facciamo. Perché in Italia ChatGPT è stata vietata e il progettato Istituto per l’Intelligenza Artificiale di Torino è rimasto un progetto vuoto?

Durante il corso, gli studenti svilupperanno competenze nell’ambito dell’etica nell’intelligenza artificiale per comprendere rischi e opportunità di una tecnologia del genere su larga scala. Grazie ai contributi di studiosi di alto profilo intervistati da un chatbot, gli studenti potranno comprendere quali sono le questioni etiche maggiormente coinvolte nello sviluppo di intelligenze artificiali ma anche osservare l’attuale assetto legislativo di diversi paesi che stanno reagendo all’avvento, per alcuni versi inaspettato, di modelli LLM su larga scala.

Come intendi far riflettere gli studenti sul ruolo del docente e sul potenziale dell’AI nell’apprendimento?

Pur essendo un corso offerto tramite strumenti avanzati di AI, il vero obiettivo comprende la necessità di ripensare il ruolo del docente – e in generale dell’insegnamento – alla luce degli sviluppi dell’AI, ma soprattutto ri-mettere gli studenti al centro del processo di apprendimento. Pertanto, gli strumenti e le metodologie che utilizzeremo saranno funzionali a stimolare un approccio attivo da parte degli studenti perché pensiamo che quanto più uno studente è attivo tanto meglio questi si appassiona alla materia.

In termini di numeri, quanti studenti pensi si iscriveranno?

Il corso sarà aperto a un gruppo scelto di studenti che dovranno inviare una candidatura per essere ammessi: considerato il carattere sperimentale dell’iniziativa, ne verranno selezionati solo 20. Stiamo in realtà ricevendo tantissime richieste per frequentare il corso come uditore (studenti che partecipano alle lezioni ma senza ricevere un voto e quindi crediti formativi, ndr). Per venire incontro a queste richieste, alla fine del corso organizzeremo un seminario di un giorno dove saranno presentati i primi risultati sul fronte della sperimentazione pedagogica e le metodologie di insegnamento basate su AI utilizzate durante il corso. In aggiunta ai 20 studenti che saranno ammessi, ci saranno due dottorandi che svolgeranno un ruolo di osservatori finalizzato alla ricerca sull’argomento.

In passato con i tuoi studenti hai sviluppato un gioco da tavolo basato sulle leggi dei media di McLuhan; ora questo corso di e sull’AI. In futuro come continuerai la riflessione sui media?

Essendo il corso di laurea che dirigo focalizzato sulla cultura dei media, di fatto cerchiamo di stare sempre al passo con in tempi. Per esempio, durante la pandemia, abbiamo utilizzato le tecnologie di realtà virtuale per favorire l’apprendimento esperienziale in remoto. Il gioco da tavolo invece è stato creato per trasformare una euristica – le leggi dei media di McLuhan – in un’attività ludica. Il nuovo corso su AI Literacy si colloca lungo la stessa linea, ovvero sperimentare in tempo reale i cambiamenti tecnologici della società contemporanea. Seguiamo quasi alla lettera il motto di Marshall McLuhan, che per quasi l’intera sua carriera ha insegnato all’Università di Toronto: “I don’t explain, I explore”. Quindi, invece che limitarci a spiegare, tentiamo di esplorare le aree di maggiore interesse nel campo dei media. In fin dei conti, tentiamo di continuare a esplorare sia l’eredità intellettuale di McLuhan, sia il ruolo che i media giocano nella cultura contemporanea, facendo nostro l’invito, a tratti visionario, di una pedagogia della esplorazione.



[Fonte Wired.it]