Seleziona una pagina
martedì, Gen 31

Intelligenza artificiale o stupidità umana? La campagna di Wired sui pregiudizi dell’Ai | Wired Italia



Da Wired.it :

L’intelligenza artificiale ci somiglia più di quanto pensiamo. Anche in peggio. Perché i sistemi che si basano sull’Ai “assorbono” i nostri bias, i pregiudizi attraverso cui elaboriamo la realtà che ci circonda. Succede così che, chiedendo a un’intelligenza artificiale di rappresentare un dottore, mostri solo uomini caucasici in camice. O lo stesso inserendo la parola manager. Segno dei limiti che condizionano le nuove tecnologie.

I pregiudizi dell’Ai sono al centro di una campagna di Wired Italia, firmata da TBWA\Italia, parte dell’omonima agenzia pubblicitaria attiva in tutto il mondo, con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori sui contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale e sui suoi pregiudizi.

La campagna

Abbiamo messo alla prova MidJourney, un sistema di Ai generativa in grado di realizzare immagini sulla base delle istruzioni (prompt) fornite dagli utenti. Per l’esperimento, le istruzioni sono state dispensate in inglese: diversamente dall’italiano, questa lingua non attribuisce un genere alla maggior parte dei sostantivi che si riferiscono a professioni e ruoli sociali e questo consente di mettere alla prova i bias di genere dell’intelligenza artificiale. La parola manager, per esempio, potrebbe riferirsi a una donna o a un uomo. MidJourney però mostra solo uomini bianchi. Il prompt lovers (amanti) è associato da MidJourney a coppie esclusivamente eterosessuali. Lo stesso avviene con parents, genitori.

La battaglia contro i pregiudizi

Come tutte le tecnologie, l’intelligenza artificiale è uno strumento e in quanto tale acquisisce un senso esclusivamente perché gli viene dato da esseri umani – ha commentato Federico Ferrazza, il direttore di Wired Italia . L’Ai è infatti impropriamente detta intelligente: si tratta di una forma avanzata di automazione che genera risultati seguendo istruzioni e pescando informazioni con criteri assegnati da noi. Per questo le immagini ‘sbagliate’ di questa campagna ci dicono soprattutto una cosa; e cioè che la battaglia per sconfiggere i pregiudizi è ancora lunga e che è fondamentale per tanti motivi, tra cui quello di istruire correttamente la tecnologia che porterà maggiori cambiamenti alla società nei prossimi anni”.

Ma allora, come possiamo combattere i bias esistenti nelle nuove tecnologie? “L’invito è, anche per noi creativi e per tutta la nostra industry, quello di non perdere la propria intelligenza, davanti alle sconfinate potenzialità dell’Ai. Perché la verità è che queste intelligenze imparano da noi, anche ciò che è sbagliato“, rispondono Vittoria Apicella e Frank Guarini, direttori creativi di TBWA\Italia, che hanno lavorato al progetto insieme a Luca Attanasio, art director, Alessandro Monti, copywriter, e Mirco Pagano, chief creative officer dell’azienda.

Non è la prima volta in cui Wired Italia e TBWA\Italia collaborano. Ricordiamo, per esempio, la campagna #SenzaTitolo: per 24 ore i pezzi del sito erano senza titolo, una provocazione per invitare i lettori ad approfondire questioni complesse su cui ogni cittadino è chiamato ad avere un’opinione consapevole.Per il quarto anno di fila TBWA è stata nominata come ‘Most Innovative Company’ da Fast Company e credo che progetti come questo siano un esempio chiaro di che cosa voglia dire innovazione per noi aggiunge Pagano -. Troppo spesso quando si parla di innovazione, si fa riferimento solamente agli aspetti tecnologici, tralasciando quelli sociali e culturali. Ma la posizione di Wired è diversa, così come la nostra. Ecco perché siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto che parla di innovazione a tutto tondo, ovviamente in modo Disruptive”.

Wired Italia pubblicherà le immagini della campagna realizzate con MidJourney nei prossimi giorni e durante il mese di febbraio. Qui i primi soggetti del lancio della campagna. Nei prossimi giorni sul sito e sui profili social di Wired presenteremo i successivi.



[Fonte Wired.it]