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sabato, Mag 06

“Internet a pezzi? Sono mancate regole sulla competizione all’origine” | Wired Italia



Da Wired.it :

Un ambiente sempre più frammentato, specchio di “un rapporto irrisolto tra un’infrastruttura globale e una struttura politica del mondo basata sugli Stati nazionali”: così appare l’Internet attuale e cosi la descrivono Vittorio Bertola e Stefano Quintarelli, autori del saggio “Internet fatta a pezzi. Sovranità digitale, nazionalismi e big tech”.

Quintarelli, pioniere di internet e general partner di Fondo Rialto, ha discusso il tema al Wired Next Fest 23 di Rovereto, in un panel dal titolo “Sovranità digitale e cortine di silicio”. Una disamina per analizzare i grandi cambiamenti che Internet ha vissuto nel corso dei decenni e per tirare le somme sullo stato dell’arte.

Un bilancio che porta a rivalutare con maggiore attenzione alcuni mantra che forse sono stati accettati troppo supinamente. Tra tutti spicca “competition is one click away” di Larry Page. Come rimarca Quintarelli ci hanno creduto tutti, anche in Europa: “Si tratta di un mantra che ha determinato un assetto regolamentare. Quando frequentavo Bruxelles, c’era davvero l’idea che competizione fosse lontana solo un clic. L’internet che conosciamo oggi si è evoluta a seguito di impronta regolamentare partita dall’America e arrivata in Europa. Ma non è stata fatta nessuna regola pro competitiva”.

Ecco quindi il sorgere di enormi monopoli tecnologici e la successiva rincorsa per provare a risolvere i problemi emersi con il capitalismo della sorveglianza. “Si è capito che le aziende di successo si basano su due cose: effetto rete e lock in. Ovvero, vado in un posto perché sono tutti lì. Piu utenti ci sono e più facile è per il fornitore prenderne altri (sempre attraverso la profilazione, ndr). Inoltre, un volta che sei dentro non ti schiodi più. Ma tutto è stato reso possibile perché non c’erano regole competitive. Quel mantra è stato spacciato come la verità ma era funzionale a un a modello competitivo dove chi aveva risorse finanziarie poteva conquistare il mondo: sono cose ben pesate a proprio vantaggio”.

In mezzo ci finisce il pubblico, che “gode” gli effetti di un’economia dove gli intermediari precedenti sono saltati e ne sono nati altri in virtù di uno spasmodico controllo dell’interfaccia utente che riscrive, di fatto, le regole, sottraendo potere ad altri soggetti (esercenti compresi).

Gli scenari stanno cambiando in quanto “le regole universali di matrice americana non ci sono più. Ci sono recinti determinati da regole di stato, molti dalle aziende. Decidono cosa è ammissibile e cosa no e se vieni tagliato fuori non hai procedure di appello, sennò diventa non economico”, afferma Quintarelli.

Il grande cambiamento si potrebbe riassumere nell’evoluzione di internet passato da progetto aperto, di ricerca, fatto dalle università a servizi chiusi e integrati. Ma non è l’unica eterogenesi dei fini: “Gli Stati Uniti sono passati da un modello dove l’Antitrust era strumento economico per limitare potere politico a ente a beneficio del consumatore. Ma se tocchi una cosa ne sporchi un’altra”.

In un quadro già complesso, anche la geopolitica incombe con le sue ragioni mentre l’identità diventa, spiega l’esperto, l’ asset competitivo più estremo.



[Fonte Wired.it]