Negli ultimi anni l’hardware dei telefoni Apple ha permesso l’aggiunta di molte nuove caratteristiche e funzioni, che in alcuni casi però hanno finito per risultare troppo astratte agli occhi dei consumatori. I chip personalizzati per iPhone e iPad rappresentano l’avanguardia del settore e contribuiscono a vendere i telefoni top di gamma di Apple ai consumatori più nerd o più ricchi, ma non sono un punto di forza per chi cerca un smartphone di fascia media. E mentre i nuovi iPhone hanno fotocamere migliori ogni anno, anche i telefoni di fascia alta di rivali come Samsung e Google possono contare ormai su sistemi fotografici e video avanzati. Lo stesso vale per le caratteristiche più pratiche, come la ricarica wireless.
Questa tendenza è confermata anche dai dati del mercato secondario: secondo la società di ricerca Idc, le spedizioni di smartphone usati sono aumentate di quasi il 10%, raggiungendo i 309,4 milioni di unità nel 2023, rispetto ai 282,6 milioni dell’anno precedente. Per molte persone, insomma, un buon telefono è più che sufficiente.
Apple sta puntando anche sulla privacy per promuovere il nuovo pacchetto di intelligenza artificiale generativa, sottolineando che Apple Intelligence “è integrata nel cuore dei vostri iPhone, iPad e Mac attraverso l’elaborazione su dispositivo”. Nei casi in cui un iPhone non sia in grado di elaborare le azioni o le richieste di un utente sul dispositivo, Apple Intelligence invierà i dati a un server basato su chip Apple, che manterrà al sicuro i dati personali dell’utente, stando a quanto dichiarato dall’azienda.
Questo però fa sorgere una domanda: se Apple sta già pianificando di scaricare parte dell’elaborazione sul proprio cloud, perché allora un iPhone un po’ più vecchio, per esempio il 14 Pro, non può ricevere l’upgrade AI?
Michael Gartenberg, analista che si occupa di tecnologia di consumo presso Flash Advisory & Research e che in passato ha lavorato per Apple, non è in grado di dire se l’azienda non è sincera in merito ai dispositivi che possono effettivamente supportare la nuova suite. Allo stesso tempo, l’analista sottolinea che “gli iPhone possono già eseguire ChatGPT e moltissime funzioni AI di Google, quindi sospetto che questa sia l’opportunità che Apple stava aspettando per dirvi che l’iPhone 13 non è più abbastanza”.
Le incognite
Secondo Gartenberg, poi, c’è la possibilità che il lancio di Apple Intelligence dia ai consumatori un motivo per non acquistare un iPhone prima del prossimo autunno, bloccando così il ciclo di acquisti degli smartphone Apple (e questo dando per scontato che le persone vogliano davvero funzioni di intelligenza artificiale generativa: i risultati di un sondaggio Pew indicano che gli americani sono leggermente più preoccupati che entusiasti nei confronti della tecnologia).