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lunedì, Feb 06

Italia: ora prende più fondi dall’Europa di quanti ne versi



Da Wired.it :

Nel 2021 l’Unione europea ha destinato all’Italia risorse per 26 miliardi e 724 milioni di euro. Si tratta di 8,6 miliardi in più di quanti il nostro paese abbia destinato al suo contributo economico per il funzionamento dell’Unione, pari a 18,1 miliardi. Un’inversione che ha portato lo Stivale dalla posizione di contributore netto a quella di percettore netto dei fondi europei.

Lo scalo di Porta Romana a Milano

Secondo un dossier commissionato dalla Cgil,dei 183 piani approvati solo 42 si prevede possano essere completati entro il 2026, 29 sono in ritardo e i restanti andranno oltre. In gioco ci sono miliardi di investimenti, anche per le Olimpiadi

Cosa significa essere contributore o percettore netto?

Il contributo economico netto dell’Italia al funzionamento dell’Unione europea è stato spesso posto al centro del nostro dibattito politico in maniera polemica. Attraverso superficiali analisi costi-benefici, diversi politici sovranisti hanno tentato di mettere in discussione la partecipazione al bilancio comunitario perché, secondo loro, non sarebbe stato conveniente per il paese.

Critiche che hanno deviato in una discussione sterile un dibattito che, invece, si sarebbe dovuto concentrare su quali sono le opportunità, le criticità e le difficoltà che il nostro paese ha nell’usare i fondi europei. Infatti, contributore o percettore netto non sono etichette fisse, ma dipendono dalla contingente situazione economica del paese e possono cambiare nel giro di poco tempo.

Per esempio, l’Italia è stata un contributore netto, cioè ha versato all’Unione europea più fondi di quanti ne abbia ricevuti direttamente, dal 2001 al 2017. Mentre per tutto il periodo dagli anni Settanta agli anni Novanta, il nostro paese è stato un beneficiario netto per circa trenta anni, ricevendo più fondi europei di quanti ne versasse.

Il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli e il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini

Il governo Meloni sta valutando il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, presentato dal leghista Roberto Calderoli. Una proposta molto contestata perché potrebbe aumentare il divario tra Nord e Sud

Serve progettare

Inoltre, i fondi destinati al bilancio comunitario contribuiscono al benessere economico di tutta l’Unione, incanalando le risorse in un quadro strategico e andando a ridurre il divario di sviluppo tra le diverse regioni, per questo non rappresentano mai un saldo negativo. Il vero problema italiano sta invece nell’enorme gap tra fondi ricevuti e quelli che siamo effettivamente in grado di spendere.

In parole povere, l’Italia progetta troppo poco rispetto alle risorse a disposizione e porta a compimento ancora meno rispetto a quanto progettato. Sia per la lentezza della macchina amministrativa e una capacità di spesa inadeguata, sia per le molte irregolarità e frodi che bloccano l’impiego dei fondi o li sottraggono indebitamente. Una tendenza in aumento negli ultimi anni, secondo quanto riporta il Sole 24 ore.

Per questo, il passaggio dell’Italia a percettore netto di fondi europei porta con sé più preoccupazioni che altro, soprattutto visto il caos organizzativo in cui già si trova la distribuzione dei fondi per l’efficientamento energetico del cosiddetto superbonus per l’edilizia. Il cambio dipende infatti dall’aggiunta di 10 miliardi e 198 milioni di euro legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, un aumento complessivo del 129,2% rispetto a quanto ricevuto negli ultimi anni, che dovrebbe essere impiegato nella maniera più trasparente ed efficiente possibile. Ma che stando allo storico italiano, rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata.



[Fonte Wired.it]