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Italiani eliminati dai Mondiali di Pokémon, Musicco: L’Italia porta comunque risultati

da | Ago 18, 2025 | Tecnologia


Giuseppe Musicco, trent’anni, viene dalla Puglia ma vive nel Regno Unito. Ingegnere di professione, giocatore di VGC Pokémon per passione. È al suo sesto Mondiale ed è l’italiano che ha portato i migliori risultati del campionato. Nonostante nessuno dei 27 connazionali in gara si sia qualificato per la finale della categoria videogiochi (VGC), Musicco va fiero dei traguardi ottenuti e del legame di amicizia che unisce i gamer italiani 

Tutti gli occhi puntati sull’Italia: ai Campionati Mondiali di Pokémon 2025 si è presentata tra le nazioni favorite, forte della vittoria di Luca Ceribelli nel 2024. Federico Camporesi, vincitore degli Internazionali nordamericani, e Marco Silva, primo ai campionati latinoamericani, sono arrivati con i migliori punteggi della stagione e la maggior parte della community li considerava già sul podio.

Speranze che hanno iniziato a vacillare dopo che, dei 27 italiani presenti ai tornei di videogiochi di Pokémon Scarlatto e Violetto, solo 5 sono riusciti a passare alla seconda giornata, e si sono infrante con l’eliminazione di Giuseppe Musicco, unico italiano qualificato per il Top16. 

 

Nonostante la mancata qualificazione alla finale, i giocatori italiani hanno ottenuto risultati di grande rilievo. Marco Silva si è imposto con un 2-0 sul tedesco Michael Kelsch nella fase iniziale del torneo. A portare in alto i colori italiani ha contribuito anche Simone Sanvito, capace di superare il danese Nikolaj Høj Nielsen per 2-1 in un match combattuto. Meno fortunata invece la prova di Luca Ceribelli, che ha dovuto arrendersi 0-2 allo statunitense Christopher Han.

Su tutti ha spiccato Giuseppe Musicco. Dopo una fase a gironi chiusa con un eccellente record di 10 vittorie e 2 sconfitte, Musicco aveva infatti ottenuto l’accesso diretto alla fase a eliminazione diretta. Durante il secondo giorno ha collezionato vittorie di prestigio, tra cui spicca il successo per 2-0 contro l’americano James Baek, uno dei giocatori più quotati della scena internazionale.

Musicco ha incontrato poi lo statunitense Montana Mott: un match difficile che si è chiuso con un 0-2 a favore dell’avversario. Nonostante l’eliminazione, il risultato finale resta straordinario: è entrato tra i migliori sedici al mondo e  le sue prestazioni gli sono valse il 7° posto nella classifica generale della Masters division, la fascia di età dai 16 anni in su. Un traguardo prestigioso che conferma la crescita del movimento competitivo italiano e il ruolo di Musicco come uno dei suoi protagonisti più brillanti.

musicco mondiali pokemon

Che bilancio faresti di questi Mondiali?

Sono andati molto bene, mi sono qualificato in Top16. Nonostante non sia in finale, comunque sono arrivato in TopCut, sono giunto alla fase a eliminazione diretta quindi un risultato molto importante. 

 

Gli italiani come sono andati?

Ci sono stati solo cinque italiani qualificati nel secondo giorno di round svizzeri. Più che altro, il problema è stato che due dei più forti [Marco Silva e Federico Camporesi ndr.] non siano riusciti a passare. Su di loro avevamo grandi aspettative ma, per quello che è il formato e il tipo di torneo, non c’è nulla di cui sorprendersi. È stato comunque molto difficile, le persone che si qualificavano erano poche rispetto agli anni scorsi, quindi, c’era una densità di talenti maggiori a questo mondiale. 

Nel tuo caso, di cosa vai fiero e cosa vorresti migliorare rispetto alla strategia di gioco?

Sono felice di essere riuscito a vincere partite difficili. Potevo fare meglio nella preparazione, per esempio, la loss che ho fatto in Top16 era dovuta a un match up [un abbinamento tra Pokémon in base ai loro tipi e mosse ndr.] che non avevo testato abbastanza. Prepararsi per il Mondiale è stato lungo e sono state piccolezze che hanno cambiato il risultato, comunque vado molto fiero di quello che ho fatto. 

Dei cinque italiani passati al secondo giorno di tornei, tu, Luca Ceribelli, Simone Sanvito e Kevin Salvetto appartenete tutti allo stesso team competitivo, il Server. Cos’è e come vi preparate?

È un gruppo di persone che si preparano insieme per i tornei. Oltre ad allenarci insieme, scambiarci idee sul gioco, usciamo insieme, ci vediamo. Nel corso di questi anni stiamo avendo risultati importanti, il mondiale 2024 è stato vinto da Luca Ceribelli, uno dei nostri. Due internazionali su tre quest’anno sono stati vinti da ragazzi del Server, Marco Silva e Federico Camporesi. Stiamo facendo i più grandi risultati di sempre. 

Da cosa dipende questo successo?

Dal fatto che c’è una community molto attiva, specialmente negli ultimi anni. Più ci sono giocatori forti, più si creano giocatori forti perché anche nei tornei locali se ti metti a giocare o a testare insieme con giocatori sopra la media, il livello di tutti aumenta. 

Tu quando hai iniziato a giocare?

Nel 2017 seguendo i contenuti online su questo gioco, soprattutto quelli di Francesco Pardini. Sono stato molto attivo dal 2018. Ho vinto il mio primo torneo in quell’anno, a Stoccarda ho vinto il Regionale.

Non è sempre andato tutto bene, c’è stato un anno in cui ho portato pessimi risultati ma quello che mi ha incentivato a giocare è stato vedere i miei amici impegnarsi e ottenere successi, fino al mondiale vinto lo scorso anno da Luca Ceribelli. Gioco e seguo i campionati per me ma anche per vedere e tifare per i miei amici.

 

Quanto spazio occupa il competitivo nella tua vita quotidiana?

Di professione sono un ingegnere, i Pokémon sono arrivati come un hobby e sono contento così, non mi piacerebbe dedicarmi solo ed esclusivamente al competitivo.

Resta una parte importante della mia vita. Quando esco dal lavoro e devo preparare un torneo, una o due ore le dedico al gioco.

La tua famiglia che ne pensa?

All’inizio erano scettici ma poi vedendomi felice, attivo nel gioco e notando i risultati che portavo, hanno capito che non è un semplice gioco. 

Perché?

I tornei per me rappresentano un’occasione per viaggiare. C’è quel weekend al mese in cui sono fuori. Spesso sono trasferte a spese nostre, ma con i soldi vinti durante i tornei si riesce a coprire un po’ i costi. Poi c’è l’opportunità di conoscere tante persone. Infine, lo spirito competitivo che questo gioco ti dà spinge ad avere obiettivi fuori da quelli prettamente lavorativi e credo sia importante. 

Per quanto ancora parteciperai ai tornei?

Ho trent’anni ormai, vivo nel Regno Unito e faccio un lavoro che mi piace. I Pokémon sono una parte importante della mia vita ma penso che mi darò ancora un annetto e poi uscirò dall’ambito competitivo. 



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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