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giovedì, Gen 26

Italvolt, stop ai lavori: il sito di Scarmagno, ex Olivetti, potrebbe non essere adatto

da Hardware Upgrade :

“Ci siamo accorti solo adesso che nell’area industriale c’è un problema di approvvigionamento elettrico insufficiente ad alimentare una Gigafactory da 45 GWh. Abbiamo chiesto a Terna, il gestore nazionale della Rete, di investire per risolverlo: ci hanno risposto che ci vogliono 4 anni. Se i tempi sono questi saremo costretti a fare l’impianto altrove, non possiamo attendere oltre.”, ha dichiarato Lars Carlstrom riguardo allo stop dei lavori di costruzione di Italvolt.

A conferma di quanto affermato da Carlstrom vi è l’attuale stato in cui versa il sito industriale di Scarmagno: la rete elettrica dell’ex polo Olivetti è dismessa e abbandonata da almeno 30 anni.

Non sorprende, quindi, che non sia adatta alle esigenze energetiche di un polo produttivo che tre decenni fa non sarebbe stato nemmeno immaginabile.

Quello che fa alzare più di un sopracciglio è come mai non si sia pensato a questo aspetto quando, nel 2021, gli alti papaveri di Italvolt chiesero i permessi per l’edificazione della fabbrica proprio sul quell’appezzamento di terra.

“Un giorno mi dicono che ci sono 3,4 miliardi di investimenti e 3 mila posti di lavoro; il giorno dopo vengo a sapere che non si fa più nulla per un problema di energia. Nell’ex area Olivetti di Scarmagno va così da venti anni: ogni tanto qualcuno si presenta, fa promesse ma noi rimaniamo con il cerino in mano”.

Il sindaco di Scarmagno Adriano Grassino è causticamente diretto e pragmaticamente disilluso riguardo Italvolt, l’azienda sorella di Britishvolt con cui condivide il fondatore Lars Carlstrom.

Il cambio di programma ha messo in allarme i sindaci dei Comuni coinvolti, oltre che i sindacati, che ora chiedono all’azienda garanzie sugli investimenti promessi.

“Tra qualche settimana svelerò il nome di un grande investitore estero che vuole scommettere sulla mia Gigafactory. Ci sono diverse centinaia di milioni sul piatto. Se l’impianto non nascerà a Scarmagno lo faremo altrove ma sempre in Piemonte. Ho già individuato il sito alternativo e sto pensando ad un’altra regione per una seconda fabbrica.“, ha rassicurato Carlstrom, aggiungendo come rimanga ferma la volontà di continuare a Scarmagno ma chiedendo al contempo “più supporto”.

Italvolt Scaramagno

Il CEO ha anche aggiunto, parlando di finanziamenti, di non aver chiesto contributi pubblici, nonostante progetti come questo necessitano del supporto di tutti.

In ultimo, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, ha dichiarato: “Non abbiamo ricevuto comunicazioni, né ufficiali né ufficiose, in merito e quindi, almeno per quello che ci risulta, il progetto sta andando avanti regolarmente” .

A questo punto, non resta che vedere come proseguirà il progetto.

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