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mercoledì, Nov 17

James Webb: abbiamo visto da vicino il più potente telescopio spaziale mai costruito



Da Wired.it :

Kourou, Guyana francese – La strada che separa Caienna, il capoluogo della Guyana francese, da Kourou, sede del Centro spaziale europeo, è lunga circa 60 chilometri. Per percorrerla, è meglio mettere in conto un’ora abbondante, perché non è una grande idea pigiare troppo l’acceleratore sulle sole due corsie disponibili.

In quell’ora o poco più, la sensazione più persistente, anzi crescente via via, è di stare attraversando la luna boscosa di Endor, che per chi non fosse appassionato di Star Wars significa vedere la tecnologia del futuro far breccia attraverso centinaia di chilometri di foresta pluviale, incontaminata o quasi (non sono rari gli avvistamenti di animali anche di grossa taglia nel perimetro del Centro spaziale, dove cacciarli è vietato).

Non fosse per le stazioni radar che spuntano sulle colline, per le centrali dei pompieri a bordo strada – tutti militari del governo francese, di cui il territorio è una regione e un dipartimento d’oltremare – e per una nutrita rappresentanza della Legione straniera, che armi alla mano, prima e durante i lanci, presidia l’area precludendo l’ingresso a chiunque, sembrerebbe di essere rimasti ai tempi di Papillon, fine anni Sessanta, quando la natura guyanese era così debordante da farsi prigione.

Oggi no. Oggi da qui, dal bel mezzo di un Paese fatto di paludi, fiumi e foreste, la “prigione” è sorvolata con una certa frequenza dai razzi spaziali europei, come i Vega della nostra Avio, i russi Soyuz e i francesi Ariane. Meteo permettendo, proprio un Ariane 5 Eca – a oggi il modello più evoluto dei lanciatori pesanti di ArianeSpace – solcherà il cielo il 18 dicembre prossimo per portare nello spazio, a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, il James Webb Space Telescope, per gli amici e gli addetti ai lavori Jwst, il più potente e complesso osservatorio spaziale mai costruito. A pensarci bene, sarà la sintesi di tutta la nostra evoluzione: via da una delle più verdeggianti manifestazioni del Pianeta verso l’Universo, per spiegare alcuni dei misteri ancora insoluti dell’astrofisica.

Una macchina del tempo spaziale

Quando si sono formate le prime galassie? Sono diverse da quelle attuali? E quali processi hanno dominato le loro iniziali fasi evolutive? Sono solo alcune delle tante, tantissime domande cui la comunità scientifica si aspetta risponda Jwst. Una volta in orbita, infatti, dopo aver dispiegato le sue componenti come i petali di un fiore e averne collaudato il funzionamento per sei mesi, il telescopio comincerà a guardare nello spazio remoto, a oltre 13 miliardi di anni luce dalla Terra, nel tentativo di far luce (intercettandola) su uno dei misteri irrisolti dell’astrofisica moderna: capire come e quando la Via Lattea e le altre galassie si siano formate.



[Fonte Wired.it]