Seleziona una pagina
martedì, Gen 25

James Webb, il più grande telescopio mai costruito, è arrivato a destinazione



Da Wired.it :

A circa un mese dal lancio, il James Webb Telescope, il più complesso telescopio spaziale mai realizzato dalla Nasa, ha raggiunto la sua destinazione finale: il secondo punto di Lagrange (L2) a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. La sua missione, che ha l’obiettivo di osservare l’Universo in lungo e in largo come mai prima d’ora, dovrebbe durare almeno 20 anni.

Twitter content

This content can also be viewed on the site it originates from.

Dove si trova il James Webb Telescope 

Per avere un’idea di dove si trovi ora il James Webb Telescope (Jwt) basta dare un’occhiata qui. L2 è il secondo punto di Lagrange, uno dei punti conosciuti nello Spazio dove un piccolo oggetto riesce a orbitare insieme a due masse più grandi. L1 e L2 sono i punti di Lagrange più vicini alla Terra.

Il Jwt non si trova esattamente in L2 ma orbita attorno a esso, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, cioè quattro volte la distanza che separa il nostro pianeta dalla Luna. Qui l’attrazione gravitazionale combinata della Terra e del Sole bilancia la forza centripeta che trascinerebbe il telescopio nello Spazio.

Content

This content can also be viewed on the site it originates from.

Nessun ostacolo

L2 è un punto ideale per le missioni dei grandi osservatori spaziali. Da questa posizione lo sguardo del Jwt non trova ostacoli (mentre il telescopio Hubble che orbita intorno alla Terra ha per la maggior parte del tempo l’ingombro del pianeta a occupare parte della visuale). Il fatto di tenere Terra, Luna e Sole sempre sullo stesso lato permette al telescopio di sfruttare il suo enorme “paraluce” (ha circa la grandezza di un campo da tennis) per riparare i suoi “occhi” a specchio  e permettere loro di scrutare nelle profondità dell’Universo per cogliere i bagliori di lontane galassie o delle nursery di stelle.

Freddo è meglio

Un altro vantaggio di orbitare intorno a L2 è che la temperatura rimane stabile. I telescopi che orbitano intorno alla Terra, infatti, subiscono forti escursioni termiche quando colpiti dalle radiazioni solari, mentre gli strumenti scientifici del James Webb lavorano sempre a -233°C circa, evitando così che i materiali si contraggano o si dilatino a seconda della temperatura. Inoltre lavorare “a freddo” dovrebbe consentire di individuare sorgenti di calore come stelle, galassie e altri oggetti.

James Webb non è solo

Il Jwt non è il primo “colonizzatore” di L2. Pioniera fu la Wilkinson Microwave Anisotropy Probe per una missione della Nasa che dal 2001 al 2010 studiò la radiazione di fondo del Big Bang. Anche l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha avviato negli anni diverse missioni, di cui è ancora attiva Gaia. A far compagnia a Jwt c’è anche l’osservatorio russo-tedesco Spektr-Rg. I tre, comunque, hanno orbite distinte e non rischiano uno scontro.

Rimanere nell’orbita

Ora che il James Webb è in posizione, ci vorranno ancora alcuni mesi per l’assestamento e le calibrazioni. Le osservazioni non inizieranno prima di giugno 2022 e andranno avanti ufficialmente per vent’anni. Il telescopio è dotato di pannelli solari che si ricaricano costantemente e non dovrebbe avere problemi di alimentazione e di contatti con la Terra. Quello che però tra circa vent’anni finirà è il carburante che serve per azionare i propulsori che, una volta ogni tre settimane, aggiustano la traiettoria e consentono al Jwt di rimanere nell’orbita attorno a L2. La Nasa, comunque, sta pensando a modi per prolungare la missione, per esempio inviando un veicolo di rifornimento.





[Fonte Wired.it]