Stando ad Adams, Desdem0na non è solo un robot. È una performer, una piattaforma artistica e una sorta di ambasciatrice culturale dell’intelligenza artificiale benevola. Le sue performance combinano musica dal vivo, parole generate dall’AI e una scenografia emozionale che spinge il pubblico a confrontarsi con il proprio rapporto con la tecnologia. Ma non tutti sono pronti. “Il 50% delle persone davanti a Desdem0na ha paura. Sono terrorizzate dall’IA,” racconta Janet Adams. “Eppure, lei è qui proprio per questo: per aiutare l’essere umano a capire che c’è bellezza nell’intelligenza artificiale. Che può essere aperta, trasparente, creativa e gentile”.
Uno dei passaggi della discussione sul palco ha riguardato la differenza tra AI e AGI, appunto. “L’AI predice la prossima parola. Funziona per schemi statistici. Ma se ci fermiamo lì, siamo stupidi” spiega Adams. “L’AGI nasce quando combiniamo quei dati con intuizione, esperienza, memoria. Solo allora parliamo di intelligenza simile o superiore a quella umana”. Ma come assicurarci che l’AGI sia al servizio del bene? Una domanda che, peraltro, si fa anche il pubblico di The Big Interview. Per Adams, la risposta è nei valori che possiamo impartire alle tecnologie. “Sarà bella, perché sarà costruita su valori belli. La nostra AGI è basata su etica, sui dati delle minoranze, su tutto ciò che c’è di buono nel mondo”. E aggiunge: “Gli esseri umani spesso non fanno scelte giuste per gli altri esseri umani. E allora perché non lasciare che le macchine, a cui insegniamo valori etici, replichino scelte migliori? Se diamo loro bellezza, replicheranno bellezza”.
Alla domanda su quanto Desdem0na sia autonoma oggi, Adams risponde: “Poco. È ancora una co-creatrice insieme a musicisti umani. Le stiamo insegnando a diventarlo”.