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martedì, Apr 13

La batteria che si ricarica dieci volte più velocemente di quella al litio



Da Wired.it :

Una possibile soluzione alternativa alle unità agli ioni di litio, che seppur abbiano portato al Premio Nobel presentano ancora tanti limiti

batteria iphone 13
(Foto: iFixit)

Arriva dall’Università di San Pietroburgo in Russia un’interessante sperimentazione su una nuova tipologia di batteria che offrirebbe una velocità di ricarica ben dieci volte maggiore a quella delle versioni tradizionali agli ioni di litio. Potrebbe inoltre garantire più longevità e sarebbe meno soggetta a danni da surriscaldamento.

A presentarla è stato il ricercatore di elettrochimica Oleg Levin che ha dichiarato come la soluzione messa a punto dall’università russa possa fare il pieno a un dispositivo come uno smartphone in pochi minuti quando attualmente i cellulari più veloci da 0 a 100% chiedono comunque circa mezzora di attesa. Il polimero in questione è basato su nitroxile con reazione redox, ossia una ossidoriduzione in cui cambia il numero di ossidazione degli atomi. Quando si scarica e si carica, questo particolare materiale può subire ossidazione reversibile ovvero una perdita di elettroni e un successivo riguadagno.

Il polimero è stato scelto tra una rosa di alternative in quanto il più stabile e efficiente e potrebbe non solo accelerare la ricarica, ma anche risolvere una serie di problematiche delle unità agli ioni di litio, che seppur abbiano portato al Premio Nobel nel 2019 i propri creatori sono ben lontane dall’essere perfette e infatti patiscono un degrado nel tempo, il surriscaldamento e i conseguenti pericoli di incendio o esplosione.

La ricerca sovvenzionata della Russian Science Foundation nel corso dell’ultimo lustro è però ancora lontana da una produzione di massa, anche perché a fronte di una velocità decuplicata ci sono alcuni problemi da risolvere come una capacità di circa il 30-40% inferiore alle attuali versioni di batterie agli ioni di litio a parità di dimensioni.

È tuttavia significativo come le ricerche si stiano ormai muovendo non più verso un’utopica ricerca di un’autonomia più estesa quanto di una più fattibile velocizzazione del processo di ricarica. Una delle possibili vie di sbocco potrebbe essere con l’utilizzo più profondo del grafene, un materiale le cui sorprendenti capacità sono ancora in parte da esplorare.

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[Fonte Wired.it]