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lunedì, Ago 03

La bella e la bestia, 5 cose da sapere sulla prima serie di George RR Martin



Da Wired.it :

Trent’anni fa si concludeva la trasposizione contemporanea della favola a cui collaborò – come sceneggiatore e produttore – l’autore dei romanzi di Game of Thrones. Ecco quanto c’è di lui in questo cult (da rivedere)

Trent’anni fa si concludeva la serie cult La bella e la bestia, poetico e bellissimo adattamento televisivo della favola sulla fanciulla che si innamora del mostro firmato da George R. R. Martin, l’autore dei romanzi che ispirano Il trono di spade. Come Le cronache del ghiaccio e del fuoco, da cui è tratto appunto Game of Thrones, anche Beauty and the Beast è un fantasy (genere prediletto dall’autore insieme a quello fantascientifico): ambientato nella New York contemporanea, aveva per protagonista un’avvocatessa idealista e un uomo dalle fattezze leonine uniti da un amore tragico e impossibile. In occasione dell’anniversario del debutto della serie, prodotta dal network americano Cbs che in Italia ebbe un buon riscontro sui canali Mediaset, Martin ha espresso la sua passione e il suo affetto per la prima produzione televisiva (in precedenza si era solo cimentato nella creazione di sceneggiature sparse, come The Twilight Zone e Max Headroom), quella che – narra la leggenda – lo convinse a creare i libri di Game of Thrones. Ecco altre cose da sapere prima di recuperare La bella e la bestia.

1. Una favola per adulti

Ron Koslow, il produttore che ebbe l’illuminazione per il soggetto di Beauty and the Beast, più che la celebre versione disneyana della favola aveva in mente la suggestiva e perturbante trasposizione di La Belle et la Bête di Jean Cocteau del 1946. Miracolosamente, un’idea così audace come quella di mostrare una giovane e coraggiosa donna amare e avere una relazione con un uomo mostruoso (Vincent non diventerà mai un principe) passò la selezione dei pilot (il processo che vede i network e i canali via cavo scegliere le proposte degli autori) e diventò una serie della durata di tre stagioni al suo esordio nel 1987. Con un cast prestigioso – la Linda Hamilton di Terminator, Ron Perlman di Hellboy e Roy Dotrice di Spazio 1999 – un team di sceneggiatori oggi osannati come Martin e il duo Alex Gansa & Howard Gordon (X-Files e Homeland), un originale mix di romance, azione, fantasy e citazioni letterarie, e un’ambientazione – la fantomatica e pittoresca città sotterranea costruita nei tunnel sotto New York – La bella e la bestia ammaliò il pubblico, finché la dipartita della Hamilton, lanciata nella carriera cinematografica, non mise fine allo show.

2. Il coinvolgimento di Martin

https://www.youtube.com/watch?v=p5xqloxPHwA

Come accennato, la leggenda narra che Martin rimase talmente deluso dalle restrizioni imposte dall’alto alla trama e ai dialoghi – i canali free americani sono famosi per avere commissioni severissime che revisionano le sceneggiature epurandole da turpiloquio, sesso e violenza – che decise di prendere le distanze il mondo della televisione e dedicarsi alla composizione dei romanzi ambientati a Westeros, nei quali avrebbe dato sfogo alla fantasia anche in termini di contenuti adulti, aggiungendo così un altro elemento d’ostacolo all’adattamento per lo schermo. Martin ha ammesso che le ingerenze del network nella realizzazione di Beauty and the Beast (di cui era anche produttore) erano di fatto assurde, ma anche che quella fu un’esperienza gratificante di cui andare estremamente fiero.

3. Storia d’inverno

https://www.youtube.com/watch?v=peKBrHTjWC0

L’amore tra la legale dell’ufficio del procuratore di New York e la mite creatura appassionata di poesia inglese è il frutto dell’immaginazione di Koslow, ma nella dozzina di episodi scritti da Martin se ne riconosce la mano. Le puntate dal taglio più fantasy, ambientate principalmente nella città sotterranea e incentrate sui suoi abitanti (i reietti del mondo di sopra che convivono pacificamente in una sorta di comunità medievale), sono opera dell’autore. Martin ha spiegato che anche alcuni personaggi – chi ricorda Mouse? – sono sue creazioni, così come il lato più poetico di Vincent, la “Bestia”. Un altro elemento “martiniano” ricorrente è quello della neve: indovinate di chi è l’episodio della festa d’Inverno o gli altri legati alla landa dalla quale emerge il sicario Snow?

4. Dylan Thomas, Shelley, Tennyson e Shakespeare

https://www.youtube.com/watch?v=KtG2I7HmWxE

Martin ha definito Vincent “un eroe romantico byroniano. Che sia realmente tale resta al giudizio dello spettatore, quello che è certo che la relazione tra il personaggio e la letteratura inglese è fortissimo e incredibilmente suggestivo. Buona parte del romanticismo dello show è dato proprio dalla passione del protagonista per la poesia: è una di queste – E la morte non avrà più dominio – di Dylan Thomas a unire la coppia formata da lui e da Catherine, e a rappresentarne l’amore; le tre stagioni, poi, sono scandite dalla declamazioni di capolavori in versi pronunciati con la spettacolare voce di Ron Perlman: sonetti di Shakespeare, poesie di Shelly e Tennyson e così via si alterno ai dialoghi e all’azione. Nell’era pre-internet, La bella e la bestia diventò la promotrice della poesia negli Usa e – lo ricorda con orgoglio Martin stesso – non si contavano gli spettatori che, all’indomani di un nuovo episodio, si catapultavano in libreria alla ricerca delle poesia citata.

5. Buoni e cattivi

In Beauty and the Beast vige una divisione manichea tra buoni e cattivi: da una parte Catherine, Jo (la donna che la sostituisce dopo la sua morte), Vincent, Padre e gli abitanti del mondo sotterraneo; dall’altra quelli del mondo di sopra, ovvero i criminali, gli assassini e gli uomini senza scrupoli che vivono sotto il cielo di New York. Nella terza e ultima stagione c’è un solo e grande villain, Gabriel, destinato a risvegliare l’ira e il lato più ferale di Vincent in contrasto con quello mite, paziente e romantico. Qui sta la differenza con il Martin che conosciamo attraverso Game of Thrones e dei personaggi ambivalenti e della mancanza di una netta distinzione tra bene e male. Alla fine, quando l’autore si illudeva che Le cronache del ghiaccio e del fuoco sarebbero state “troppo” per il piccolo schermo, non conosceva ancora i limiti delle televisioni via cavo come Hbo: reagendo al candore di Beauty and the Beast si è in realtà preparato per i programmi del Nuovo millennio.

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[Fonte Wired.it]