Taipei – Per la Cina “lo sviluppo dell’intelligenza artificiale comporta dei rischi, ma la mancanza di sviluppo è il rischio più grande di tutti“. Parola di Zhou Hui, esperto di governance dell’AI che ha partecipato allo sforzo normativo probabilmente sin qui più imponente al mondo in materia: le linee guida per l’attuazione della cosiddetta “AI Plus Initiative” della Cina.
Quando il Consiglio di Stato di Pechino ha pubblicato il testo non si è trattato solo di un aggiornamento tecnologico, ma di un vero e proprio manifesto politico ed economico. Il documento, che segue la prima menzione dell’iniziativa nel report annuale di lavoro del governo del 2024, rappresenta la più ambiziosa e organica strategia mai elaborata dalla Cina per integrare l’intelligenza artificiale in ogni settore della società e consolidarne il ruolo come motore della crescita futura.
I nodi del piano
Un piano per affrontare la crisi demografica ed economica
La Cina sta vivendo una fase di trasformazioni profonde. La popolazione ha raggiunto il picco nel 2021 (1,41 miliardi) e si avvia a una contrazione di 100-200 milioni di persone entro il 2050, con un invecchiamento rapido: un terzo dei cittadini avrà più di 60 anni già nel 2035. Questo significa meno forza lavoro, meno consumo interno e un rischio concreto di scivolare nella “trappola del reddito medio”.
L’AI Plus Initiative si inserisce dunque nella cornice delle “Nuove forze produttive di qualità”, la strategia del presidente cinese Xi Jinping per aumentare la produttività totale attraverso innovazione tecnologica, formazione e riforme istituzionali. L’intelligenza artificiale è presentata come la tecnologia abilitante per eccellenza, in grado di compensare la scarsità di risorse e mantenere la crescita media al 4,5% fino al 2035.
Sei settori strategici, a partire da scienza e industria
La direttiva individua sei settori strategici dove l’AI dovrà radicarsi profondamente entro il 2027, con l’obiettivo di rendere la Cina una “smart economy” e una “smart society” entro il 2035.
Innanzitutto, l’IA viene vista come un moltiplicatore per la ricerca scientifica. Nei laboratori cinesi si stanno sviluppando modelli di intelligenza artificiale per la scoperta di nuovi materiali, come leghe leggere per l’aerospazio o catalizzatori più efficienti per l’energia verde. Nel settore biomedico, piattaforme come quelle del Beijing Institute of Genomics utilizzano reti neurali per accelerare il sequenziamento del dna e lo studio delle malattie rare. Anche nelle scienze sociali, si sperimentano algoritmi per analizzare grandi dataset di opinione pubblica e integrare le valutazioni nei processi decisionali governativi.