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martedì, Ott 06

La cintura di castità digitale che ha rischiato di essere hackerata



Da Wired.it :

Poteva essere controllata da remoto da malintenzionati con la vittima (maschile) bloccata in un posto molto sensibile

CellMate
(Foto: Qiui)

Un altro prodotto sempre connesso è caduto sotto i colpi di cyber-criminali che sono riusciti in un hack, nemmeno così complicato. Una storia che non sarebbe poi così originale e degna di nota se non fosse che il protagonista è il sex-toy Qiui Cell Mate, prodotto dall’omonima società cinese. Nello specifico si tratta di quello che viene definito come la prima cintura di castità maschile controllata via app.

A scoprire il buco nella sicurezza è stata la società specializzata Pen Test Partners che ha raccontato come fosse semplice prendere il controllo da remoto del gadget piazzato – come facilmente si può immaginare – in un’area molto sensibile del corpo maschile. “E non si poteva nemmeno sfruttare una funzione di override di emergenza”, ha raccontato il ricercatore Alex Lomas.

qiui app
(Foto: Qiui)

Una situazione che poteva diventare davvero spiacevole dato che questa cintura di castità 2.0 andava a agganciarsi con un anello metallico al pene dell’utente e si poteva bloccare e sbloccare tecnicamente soltanto via buteooth attraverso l’app della parte dominante della coppia. La gravissima falla riguardava il fatto che le Api – il pacchetto di definizioni e protocolli con i quali vengono realizzati e integrati i vari software – erano completamente aperte, senza alcuna password di protezione.

Così, chiunque poteva prendere possesso del dispositivo di un utente. A lucchetto bloccato, l’unica mossa per liberarsi era quella di sfruttare una pinza oppure un apparecchio per tagliare metallo, un’ipotesi piuttosto agghiacciante soltanto al pensiero. A quanto è emerso, la problematica delle Api era nota da tempo, ma la società non si è impegnata a dovere per tutelare i propri clienti.

Il 2020 è iniziato nell’era dei sex-toy con tanti nuovi prodotti ufficializzati al Ces di Las Vegas ed è proseguito con un boom di ordinazioni durante il lockdown, soprattutto quelli comunicanti da remoto, vista la permanenza forzata a casa spesso e volentieri lontano dal proprio partner. Una categoria di oggetti smart, che per la sua natura intima, va protetta adeguatamente dalle intrusioni informatiche.

 

 

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[Fonte Wired.it]