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lunedì, Dic 02

La cometa di Natale e tutti gli altri appuntamenti nel cielo di dicembre


Ecco le date da segnare sul calendario per queste ultime settimane dell’anno per gli aspiranti astrofili. Da non perdere: la prima cometa interstellare

Le temperature in calo e lo sfarfallìo delle prime luminarie in vista delle festività natalizie, ormai prossime, potrebbero dissuadere dal trascorrere una serata a naso all’insù sul balcone di casa nelle prossime settimane. Eppure, approfittando delle numerose ore di buio che le notti di dicembre offrono, sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire le sorprese che queste riservano, adatte anche ai meno esperti di osservazione astronomica. Il Sole tramonta prestissimo: a inizio mese, poco dopo le 16:40, e l’alba è tardiva, tanto che il 22 dicembre, data del solstizio d’inverno, sarà il giorno più breve del 2019. Per questo, come ogni mese, ecco la nostra mappa del cielo e una rapida agenda degli eventi che vi consigliamo di non farvi sfuggire, stelle cadenti e cometa di Natale inclusa. 

(Credit immagine: Getty)

Una collana di pianeti

Le prime sere del mese, subito dopo il tramonto, potreste riuscire a scorgere seppur poco nitide nel crepuscolo le luci di tre pianeti, tutti in fila sotto la Luna, sull’orizzonte sud-occidentale. Si tratta di Saturno, Venere e, ultimo in basso, Giove. 

Saturno, Venere e Giove vicini nelle prime sere di dicembre (simulazione con Stellarium by Alice Pace)

Protagonista della tripletta è sicuramente Venere, visibile per alcune ore dopo il tramonto del Sole e sempre più a lungo nel corso del mese mentre si sposta dalla costellazione del Sagittario a quella del Capricorno. 

Saturno anticipa sempre più il suo tramonto e tra poche settimane sarà troppo basso sull’orizzonte, in orario serale, per essere ancora osservabile. Dovremo attendere qualche mese, insomma, per poter puntare nuovamente il telescopio i suoi anelli nel tentativo di coglierne qualche dettaglio. 

Stesso destino quello di Giove, già ora difficilmente osservabile. Il gigante gassoso ricomparirà infatti agli inizi del 2020, stavolta nel cielo del mattino. 

Anche nelle luci dell’alba del mese di dicembre possiamo però trovare compagnia: dopo lo spettacolare passaggio davanti al Sole di novembre, Mercurio resta visibile per alcune settimane poco prima del sorgere della nostra stella, per poi tornare dietro le quinte entro la fine dell’anno. Per i più mattinieri sarà possibile avvistare anche Marte, la cui luce calda farà capolino a partire (più o meno) dalle cinque e mezza del mattino.  

Costellazioni d’inverno

Partiamo dal cielo settentrionale, a identificare l’Orsa maggiore e l’Orsa minore, dalle quali risalire alla stella polare, a indicare appunto il nord. Girandole attorno, ritroveremo poi il Dragone, Cefeo e Cassiopea, con le sue classiche linee a zig zag che disegnano una M.

Le costellazioni del cielo settentrionale nel mese di dicembre (simulazione con Stellarium by Alice Pace)

Lo spicchio di cielo tra sud e sud-est riserva invece la veduta del Cane maggiore e della Lepre, più basse sull’orizzonte. Inconfondibile è la stella Sirio, la più brillante della volta celeste. Subito sopra, ecco Orione, una delle costellazioni più importanti delle notti d’inverno. Ancora più su, ecco i Gemelli, con le luminose Castore e Polluce, e il Toro, dove possiamo riconoscere Aldebaran, con la sua luce rossastra. 

Il cielo in direzione sud nel mese di dicembre (simulazione con Stellarium by Alice Pace)

Se avete a disposizione un piccolo telescopio, o anche un binocolo, dilettatevi a guardare da vicino Orione, e a dare un nome ad alcune delle sue stelle. Sicuramente Rigel, la più vistosa, Betelgeuse, al secondo posto e, naturalmente, gli astri che compongono la celebre Cintura, chiamate Alnitak, Alnilam e Mintaka. 

La figura di Orione e le sue stelle più importanti (simulazione con Stellarium by Alice Pace)

A tu per tu con la cometa Borisov

Scordatevi di poterla osservare a occhio nudo, ma con l’ausilio di un buon telescopio, o ancor meglio recandovi presso l’osservatorio più vicino, potreste cogliere la luce della prima cometa interstellare mai osservata all’interno del Sistema solare. Si tratta di 2I/Borisov, oggetto scoperto appena quest’estate dall’astrofilo ucraino che le dà il nome, ora in avvicinamento verso il Sole, col quale raggiungerà la minima distanza il prossimo 8 dicembre. La minima distanza dalla Terra si realizzerà invece il 28 dicembre, quando ce la ritroveremo a circa due unità astronomiche, cioè al doppio della distanza che separa il nostro Pianeta dal Sole. La sua luminosità sarà la migliore dall’inizio del suo transito nel Sistema solare, pertanto abbiamo davanti un periodo ottimale per la sua osservazione.

Per prepararci all’incontro, abbiamo per ora alcuni primi piani raccolti dal telescopio spaziale Hubble e, da un paio di giorni, una veduta da terra, realizzata dagli scienziati di Yale grazie all’occhio del Keck Observatory delle Hawaii. 

cometa
(Immagine: Pieter van Dokkum, Cheng-Han Hsieh, Shany Danieli, Gregory Laughlin)

A caccia di stelle cadenti

Gli appassionati di meteore potranno approfittare delle notti più limpide per dedicarsi alla ricerca delle scintille che solcheranno il cielo di dicembre. Prediligendo, se possibile, quelle indisturbate dalla luce della Luna, che sarà piena il 12 del mese. 

La brutta notizia è che la pioggia più ricca di queste settimane, quella delle Geminidi, è prevista proprio tra il 9 e il 15 dicembre, con un picco nella notte tra il 13 e il 14. Lo sciame meteorico, originato dal contatto con la nostra atmosfera dello strascico di materiali dell’asteroide 3200 Phaethon, è caratterizzato da una frequenza (in condizioni di osservazione ottimali) piuttosto alta, anche oltre le 120 meteore all’ora; quest’anno, “sabotata” appunto dalla Luna, questa frequenza potrebbe risultare dimezzata, stando alle previsioni dell’Unione astrofili italiani. 

Meno intensa ma perlomeno più distante dalla fase di plenilunio sarà invece la corrente delle Ursidi, originata dal passaggio della cometa Tuttle: coprirà un lungo intervallo tra il 16 e il 27 dicembre, con un picco previsto nelle notti del 21 e del 22.

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