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La Cop31 sarà sulla riviera della Turchia, ma c’entra anche l’Australia

by | Nov 23, 2025 | Tecnologia


La Cop31 sarà in Turchia, ad Antalya (località turistica sulla costa); ma a guidare il negoziato sarà l’Australia. Lo stallo, durato un anno, si è risolto nei giorni scorsi con la più improbabile delle soluzioni. Il Paese di Erdogan, è stato deciso, ospiterà la conferenza sul clima del 2026, ma solo dopo che l’altro candidato, proprio l’Australia, si è tirato indietro in seguito a un lungo impasse diplomatico durato un anno e proseguito anche durante la Cop30 di Belém.

cop30, colombia, André Corrêa do Lago, brasile

La conferenza sul clima di Belém si è conclusa con uno sfogo da parte di chi non accetta più freni alla transizione. Per questo il sistema delle Cop deve cambiare, e in fretta

Lo stallo si è risolta quando l’Australia ha fatto un passo indietro. Nonostante ciò, nel compromesso è previsto che resterà al timone dei lavori. Resistere sarebbe stato “irresponsabile per il multilateralismo”, ha detto Chris Bowen, ministro di Canberra per il Cambiamento climatico e l’Energia.

Un crinale difficile da affrontare, quello della sede della Cop31: se da una parte il rischio era che l’evento l’evento del prossimo anno si svolgesse a Bonn (secondo quanto prevede la procedura in caso di disaccordo), dall’altra parte non è chiaro in che modo possa essere gestita una coabitazione del genere. Soprattutto tra due Paesi distanti geograficamente, e che non sono né alleati, né nemici: in quest’ultimo caso, l’idea avrebbe potuto perlomeno essere uno spunto di diplomazia climatica.

D’altra parte, tenere l’evento a Bonn – la sede del negoziato climatico – avrebbe evidenziato una volta di più come il meccanismo della Conferenza delle parti, che tanto ha fatto per i temi ambientali, sia arrugginito e necessiti di un ripensamento.

Cop31, cosa vuole la Turchia

Secondo Bowen, il suo Paese gestirà i lavori, preparerà le bozze (che ne sono il cuore) e produrrà ogni cover decision, le decisioni finali ad ampio spettro.

La partita nasce da un posizionamento molto strumentale della Turchia, nato a partire dal 2021″, dice a Wired Jacopo Bencini, presidente del think tank Italian climate network. “La Turchia forse non vuole davvero ospitare una Cop, ma cerca due cose: in primo luogo pacchetti finanziari – e lo abbiamo visto negli anni precedenti –; in secondo luogo di uscire dalla lista del cosiddetto Allegato 1, e quindi diventare un net receiver in termini di finanza per il clima”. Per net receiver si intende chi riceve più soldi di quelli che fornisce per adempiere agli impegni climatici assunti a livello multilaterale.

La prassi prevede che le Cop ruotino a turno tra i cinque continenti. “La Turchia spinge ogni lusgtro per arrivare ai due obiettivi di cui sopra”. Quanto all’Australia, “sembra che abbia giocato abbastanza male una partita che dava per scontato di aver già vinto in partenza, visto il sostegno di tutti gli altri membri del gruppo regionale escluso uno – Ankara –. Ma sappiamo che non si arriva mai a votazioni a maggioranza in questi gruppi”. Si cerca il consenso, per questioni diplomatiche.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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