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giovedì, Ago 29

La coppa d’oro del calcio: la Champions League 2020 vale 2 miliardi


Riparte la ex Coppa Campioni: le 32 squadre che accedono ai gironi si spartiranno una montagna di soldi. Ma non saranno distribuiti in parti uguali: chi ha un passato glorioso incassa di più, senza nemmeno giocare

La replica della Champions League a Kiev per la finale del 2018 (foto: Getty Images)

Il jackpot è da 2 miliardi di euro e presto finirà nelle tasche delle squadre di calcio più forti d’Europa. È il montepremi messo in palio dalla Uefa per la partecipazione alla Champions League 2019-2020: un fiume di soldi che servirà a far respirare i bilanci dei club, stretti tra i salari stellari e le spese da calciomercato. La Champions si conferma il torneo di calcio più ricco al mondo, senza rivali: l’Europa League, la seconda competizione per club organizzata sempre dalla Uefa, vale appena 560 milioni di euro. Poco più di un quarto.

I premi della Champions League

Alle 32 squadre che si sono qualificate alla fase a gironi della Champions andranno quest’anno 1,95 miliardi di euro; un premio di consolazione da 30 milioni complessivi è invece previsto per i sei club che hanno perso il treno dei sogni all’ultimo spareggio di fine agosto: si dovranno accontentare di 5 milioni a testa.

Il montepremi per le qualificate alla Champions sarà suddiviso tra parte fissa e parte variabile: il 25% è destinato al bonus partecipazione e viene incassato in parti uguali da tutti i club arrivati ai gironi; il 30% è distribuito in base al ranking Uefa, una classifica stilata guardando ai risultati degli ultimi dieci anni di calcio giocato. Un ulteriore 30% viene invece conquistato sul campo da ogni club: più partite si vincono e più soldi si prendono, fino alla finale. Il restante 15% del montepremi è la quota destinata al cosiddetto market pool erogato dalla Uefa in base al valore del mercato televisivo domestico di ciascuna squadra e al numero di partite che un club riesce a giocare nel torneo.

Si incassa senza giocare

Prima del fischio di inizio del 17 settembre 2019 – e senza che sia necessario scendere in campo – sarà già assegnato il 55% del jackpot. Tutti i club incasseranno uno starting fee da 15,2 milioni di euro (di cui un acconto 14,5 milioni di euro e un saldo di 0,75 milioni di euro) e potranno pregustare l’assegno conquistato in base alle loro prestazioni sportive decennali: lo Slavia Praga all’ultimo posto del ranking prenderà 1,08 milioni di euro (coefficiente base); il Real Madrid in vetta porterà a casa ben 35,46 milioni.

La Juventus, prima fra le italiane, senza giocare incasserà in totale 45,12 milioni di euro solo dai premi fissi: 15,2 milioni di bonus partecipazione e altri 29,92 milioni in virtù dei record decennali; il Napoli e l’Inter viaggiano ampiamente sopra i 30 milioni complessivi e l’Atalanta, matricola del torneo, riceverà un assegno da 18,52 milioni in totale che non sono per niente spiccioli.

Arrivare in finale può valere altri 60 milioni

Andare avanti nel torneo significa conquistare ricavi sempre più generosi. La Uefa per ogni incontro della fase a gironi assegna 2,7 milioni di euro a vittoria e 900mila euro a pareggio. Nella fase a eliminazione diretta il bottino è via via più ricco: gli ottavi valgono 9,5 milioni di euro per ogni squadra; i quarti 10,5 milioni; la semifinale 12.

Giocarsi la finale, in programma il 30 maggio 2020 a Istanbul, vale 15 milioni di euro, e vincerla significa puntellare i conti con ulteriori 4 milioni di ricavi. Chi alza la coppa si assicura anche i 3,5 milioni di euro destinati alle partecipanti della Supercoppa europea, che ad agosto 2020 come da tradizione metterà di fronte le squadre vincenti di Champions ed Europa League.

Per rendere l’idea dell’ammontare dei premi, uno squadrone in grado di arrivare in finale dopo aver vinto tutte le sei partite del proprio girone può incassare oltre 63,2 milioni di euro. Il Liverpool, che l’hanno scorso ha trionfato in finale contro il Tottenham, ha messo insieme dai premi partita 59,1 milioni (e solo perché nella fase a gironi ha perso tre gare su sei).

Arrivare in fondo, poi, garantisce un bottino maggiore anche dal punto di vista del market pool. Viene suddiviso tra le squadre in base a criteri precisi e dipende dal “numero di club di una determinata federazione che partecipano alla Uefa Champions League 2019/20”, dalla posizione finale di ogni squadra nel campionato nazionale precedente e dalle prestazioni ottenute nel torneo di riferimento. Per poter restare in ballo fino al fischio finale.

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