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mercoledì, Nov 06

La dieta che ci fa bene fa bene anche al pianeta


Tra cibi sostenibili e sani non serve scegliere: ciò che fa bene al pianeta spesso fa bene anche al corpo, ribadisce uno studio su Pnas. Tornando su un argomento che non di rado ha acceso le discussioni in materia

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(foto: Pixabay)

Le scelte alimentari sono una roba complessa. Mangiare è un atto necessario alla vita, ma non si mangia di certo solo per soddisfare un bisogno. Tralasciando gli aspetti conviviali legati alle tavole, quello che si sceglie di mettere nel piatto è il risultato di fattori diversi: disponibilità economiche, gusti, filosofie alimentari. Si può mangiare in modo da attenersi a quelli che sono i principi di una sana alimentazione – seppur variabili a seconda di chi li propone, sul tema c’è abbastanza consenso scientifico: largo a cereali integrali, frutta, verdura e legumi, e ridotto consumo di carne – o ancora si possono fare scelte alimentari che mirino anche a impattare poco sull’ambiente. Ma mangiare sano e in modo sostenibile non sono scelte alternative.

Le diete sane fanno bene al pianeta

Così infatti (ri)afferma uno studio su Pnas guidato da Michael Clark della University of Oxford: i cibi più sani sono anche quelli che hanno un minor impatto sull’ambiente. Il risultato arriva da un’analisi in cui i ricercatori hanno analizzato gli effetti combinati su salute e ambiente di alcuni cibi, nell’ottica di colmare, a loro avviso, un gap nel campo. Troppo spesso infatti, scrivono, ci si riferisce agli effetti sulla salute di pattern dietetici, o ancora anche laddove si analizzino i singoli alimenti si parla o delle loro ripercussioni sulla salute o sull’ambiente. Perché farlo appare forse fin troppo ovvio, continuano: patologia associate con una cattiva alimentazione, dal diabete di tipo 2, ai tumori, alle malattie cardiovascolari fanno milioni di morti ogni anno. D’altra parte mangiare pesa sull’ambiente: senza considerare gli effetti inquinanti sugli ecosistemi, si stima che circa terzo delle emissioni globali siano dovute all’agricoltura, che si mangia da sola circa il 40% dei suoli, e due terzi delle risorse di acqua dolce servano a produrre cibo.

Gli alimenti più sani e più sostenibili

Ciò premesso, Clark e colleghi hanno cercato di capire meglio le relazioni tra cibo e ambiente concentrandosi su 15 classi di alimenti (latticini, pollo, uova, pesce, frutta, verdura, legumi, frutta secca, olio di oliva, patate, carne rossa processata e non, cereali raffinati e integrali, bevande zuccherate). Scopo dello studio era capire l’associazione di questi alimenti con alcuni indicatori ambientali e di salute (quali ad esempio emissioni, utilizzo di suolo ed acqua, e diabete, ictus, malattie cardiovascolari e tumori). Per farlo gli scienziati si sono serviti da un lato di studi epidemiologici, dall’altro di analisi del ciclo vita dei cibi analizzati.

Il risultato? Dovremmo fare inversione di marcia sintetizzano i ricercatori: rispetto al trend preso negli ultimi anni (che ha visto l’aumento dei cibi meno sani, e conseguente delle malattie non comunicabili, in alcune regioni specialmente), dovremmo preferire quello che secondo la scienza fa bene al corpo, perché lo fa anche all’ambiente. È così infatti per cibi che da tempo i nutrizionisti ripetono salutari,quali frutta, verdura, legumi, olio e cereali integrali. Parallelamente l’altra faccia della medaglia mostra come invece gli alimenti più rischiosi per la salute sono anche quelli che più impattano sull’ambiente (leggere carne rossa, processata e non). Tra questi estremi osservavano però anche situazioni meno nette e delle eccezioni, per così dire: il pesce per esempio, considerato generalmente salutare, ha impatti più moderati sull’ambiente, spiegano gli scienziati. Mentre classi sicuramente dannose per la salute, come le bevande zuccherate, hanno un impatto contenuto da un punto di vista ambientale. L’immagine che segue riassume bene i risultati: quanto più largo è il perimetro tracciato dalla linea, maggiore è l’impatto dell’alimento considerato (nella metà sinistra gli effetti sulla salute, a destra quelli sull’ambiente).

 

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(Credits: M.A.Clark et al, PNAS 2019, CC)

Verso una dieta plant-based

Il messaggio che arriva da Pnas oggi è chiaro: scegliere di portare a tavola quello che fa bene al corpo – più frutta, verdura, legumi, e meno carni – fa bene anche all’ambiente. Postilla: anche cibi con impatti ambientali intermedi o non con chiari effetti sulla salute – quali cereali raffinati,m latticini, uova, e pollo – potrebbero avere effetti benefici per salute e ambiente se andassero a sostituire alimenti più dannosi per entrambi gli aspetti, scrivono chiaramente gli autori.

Il messaggio del più è sano, più è sostenibile, a onor del vero, non è così innovativo, e non di rado è stato anche parte (non del tutto a ragione) dei dibattiti in materia di diete vegane. Che le nostre scelte in materia di dieta – almeno per chi ha possibilità di scelta – possano ripercuotersi sull’ambiente è noto. A ribadirlo di recente sono state anche le Nazioni Unite in un report rilasciato lo scorso agosto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc). “Diete bilanciate a base di alimenti vegetali, come coarse grains (cereali a grana grossa) legumi, frutta e verdura, e cibi animali prodotti in modo sostenibile in sistemi con ridurre emissione, rappresentano una grande opportunità per adattarsi e limitare i cambiamenti climatici”, aveva commentato a suo tempo Debra Roberts, che ha preso parte ai lavori.

All’inizio dell’anno il messaggio era risuonato anche dalle pagine di Lancet, che ospitava l’intervento di una trentina di esperti in materia di dieta salutare per il pianeta. I consigli dei ricercatori andavano sostanzialmente nella stessa direzione delle osservazioni che arrivano oggi dagli scienziati di Pnas (coinvolti anche nella precedente pubblicazione). Una dieta che faccia bene all’ambiente potrebbe ridurre della metà i consumi di farine raffinate, zuccheri e carni del 50% entro il 2050, aumentando i consumi di frutta, farine integrali, semi oleosi e pesce. Le stesse categorie oggi, ma già da tempo, considerate come capisaldi di una sana alimentazione. Secondo gli esperti affidarsi a una dieta simile potrebbe ridurre sensibilmente le morti annuali per malattie correlate a cattiva alimentazione, non senza però sforzi: non solo nelle scelte che si fanno a tavola, ma anche nelle tecniche per la produzione degli alimenti.

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