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La fusione nucleare scalda i motori degli investimenti. Ed ecco chi vuole correre più veloce degli altri

by | Nov 1, 2025 | Tecnologia


Diverso è invece l’approccio di una terza azienda tedesca, Marvel Fusion, che punta sui laser per innescare la fusione degli isotopi dell’idrogeno e ottenere energia. Il processo, detto di confinamento inerziale, consiste – semplificando – nello “sparare” degli impulsi laser contro una piccola capsula contenente il combustibile di idrogeno, facendola implodere.

A marzo Marvel Fusion, che intende costruire un prototipo nel 2032 e un impianto commerciale entro il 2036, ha ricevuto 113 milioni, di cui una parte dall’European Innovation Council dell’Unione europea. Nello stesso mese Focused Energy, startup tedesco-americana di fusione nucleare via laser, ha firmato un accordo con lo stato dell’Assia, nella Germania centrale, per realizzare entro il 2035 uno stabilimento pilota nel sito della vecchia centrale atomica (a fissione) di Biblis, chiusa dal 2011. Nel team di Focused Energy c’è il fisico italiano Stefano Atzeni, già professore all’università La Sapienza e ricercatore in fisica del plasma.

Una tecnologia che non c’è

Nonostante le differenze di approcci, tutte queste aziende hanno due cose in comune. La prima è che non sono riuscite a raccogliere somme paragonabili a quelle della concorrenza statunitense: Commonwealth Fusion Systems (che ha in Eni un investitore, un partner tecnologico e un cliente) ha ricevuto finanziamenti per quasi 3 miliardi di dollari, ad esempio, mentre Helion Energy (sostenuta da Sam Altman di OpenAI) per oltre 1 miliardo.

La seconda caratteristica comune – non solo alle imprese in Germania ma a quelle di tutto il mondo, in verità – è che, nonostante gli annunci sull’apertura di centrali nel giro di una decina d’anni, la fusione è ancora ferma allo stato sperimentale. In teoria, la reazione consente di generare grandi quantità di elettricità a zero emissioni, senza rifiuti atomici a lunga vita e utilizzando un combustibile virtualmente inesauribile. Nella pratica, però, mancano i presupposti per le applicazioni commerciali: ad oggi nessuna azienda né laboratorio è riuscito nemmeno a stabilizzare la fusione per tempi prolungati.

Il cancelliere Merz, tuttavia, è fiducioso: pensa che l’Europa non debba lasciare campo libero alla Cina e che la prima centrale a fusione collegata alla rete elettrica in assoluto dovrebbe aprire in Germania. Il paese è primo nel continente per investimenti privati nel settore con 460 milioni di euro; subito dopo c’è il Regno Unito, con 417 milioni. A livello globale gli investimenti in fusione hanno superato i 9,7 miliardi di dollari, come emerge dal rapporto della Fusion International Association, con oltre 2,6 miliardi raccolti solo nell’ultimo anno. In cinque anni le aziende del settore sono passate da 23 a 53, che rappresentano più di 4.600 dipendenti – un aumento di oltre quattro volte rispetto al 2021 – e che sostengono almeno 9.300 posti di lavoro nella catena di approvvigionamento.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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