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venerdì, Lug 12

La Lega ha tentato di rimuovere il divieto ai partiti di ricevere finanziamenti esteri


Lo ha scoperto Carmelo Lopapa, giornalista di Repubblica. Il primo tentativo risale a ottobre, il secondo ad aprile (e quest’ultimo è andato a buon fine)

(foto: Stefano Cavicchi/LaPresse )

Mentre Matteo Salvini e il suo staff continuano a negare di aver mai “preso un rublo” dalla Russia, nell’ottica delle recenti rivelazioni del sito di news BuzzFeed, Repubblica ha scoperto che negli ultimi mesi la Lega ha provato a modificare per due volte la legge che proibisce ai partiti di ricevere finanziamenti dall’estero.

Il primo tentativo risale alla fine di ottobre e segue di soli dieci giorni l’incontro tra tre uomini italiani, tra cui Gianluca Savoini, stretto collaboratore del ministro dell’Interno, e tre emissari russi al Metropolitan Hotel di Mosca.

In quell’occasione, stando all’audio delle rivelazioni di BuzzFeed, i sei avevano discusso un piano per finanziare in maniera segreta il Carroccio con fondi illeciti provenienti dalla Russa. Il secondo emendamento, invece, è stato presentato lo scorso aprile.

Gli emendamenti della Lega

Carmelo Lopapa, autore dell’inchiesta su Repubblica, ha scoperto che la Lega ha presentato a ottobre scorso un emendamento al cosiddetto spazzacorrotti, la legge anti-corruzione voluta dal Movimento 5 stelle, per permettere ai partiti di ricevere finanziamenti esteri (al momento è vietato). La modifica, la 7.23, non è stata però accolta dal parlamento.

Ad aprile, il partito di via Bellerio ci ha riprovato, presentando un nuovo emendamento: questa volta l’articolo non si richiamava direttamente ai gruppi parlamentari ma alle fondazione e alle associazioni, e apriva alla possibilità che ricevessero finanziamenti anche dall’estero. Lopapa scrive che in questo caso l’emendamento è passato, solo con una piccola modifica: il Movimento 5 stelle ha fatto inserire un comma per evitare che questi enti passassero ai partiti i fondi ricevuti in questa modalità. Tutto a posto, quindi? No. Secondo i giuristi interpellati sul caso, per evitare eventuali trasferimenti bisognerebbe verificare come le fondazioni spendono il denaro che ricevono. Ad oggi, però, questo è impossibile.

Le altre novità sull’inchiesta

La scoperta di Repubblica non è l’unica novità su quello che nei giornali italiani è già stato rinominato “Moscopoli” e “Russigate italiano”.

Silvia Sciorilli Borrelli, corrispondente in Italia del magazine Politico, scrive che la procura di Milano ha già agli atti da tre mesi l’audio diffuso da BuzzFeed. Il procuratore di Milano Francesco Greco ha detto che Gianluca Savoini è tra le persone indagate per corruzione internazionale sulla vicenda dei presunti finanziamenti russi alla Lega.

Il presidente dell’associazione Lombardia Russia ed ex portavoce di Salvini aveva negato ogni coinvolgimento dicendo di non aver “mai neanche” avuto “l’intenzione di fare niente del genere”. Savoini aveva anche ipotizzato che la registrazione al centro dell’inchiesta, giudiziaria  e giornalistica, potesse essere stata manipolata. “Oggi come oggi non serve molto per manomettere un file, tagliare frasi, alterare la voce. È malafede, una porcheria, anche perché chi l’ha fatta non ha mica la prova del versamento su un conto corrente”.

Quello che è certo è che nelle ultime ore Iva Garibaldi, portavoce di Salvini, ha molto ridimensionato il ruolo di Savoini all’interno della Lega dicendo che “non ha mai fatto parte di delegazioni ufficiali in missione a Mosca con il ministro” e la sua associazione “non ha nulla a che fare con la Lega”. Queste dichiarazioni sono state tuttavia smentite.

 

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