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giovedì, Set 12

La moda assurda della Battle Royale in videogiochi che non c’entrano niente


Anche Civilization VI cede alla modalità tutti contro tutti, scatenando le ire degli appassionati

Civilization 6 red death
(Foto: Civilization VI)

Civilization VI ha introdotto di recente una nuova modalità chiamata Red Death che altro non è che una Battle Royale ossia una sfida all’ultimo sangue tra giocatori dove ne rimarrà soltanto uno. È la ricetta vincente che ha fatto letteralmente esplodere Fortnite e Pugb, giusto per fare i due nomi più famosi.

Il problema è che questa modalità di gioco non c’entra davvero nulla con lo spirito di Civilization VI, che è solo l’ultimo di una serie di videogame che si sono un po’ snaturati per andare incontro alla moda del periodo. Si può giocare alla modalità Red Death gratuitamente soltanto dal pc. Ambientata in una landa dopo un disastro nucleare, tra rovine e acque pericolose, ci si troverà all’interno di un anello radioattivo che man mano si restringe raggruppando a sé i giocatori (da 2 a 12) costretti a muoversi. Si potrà scegliere una fazione (pirati, scienziati, atleti, ecc…) e il compito sarà quello di difendere un’unità civile che se viene catturata o uccisa estrometterà il giocatore dalla partita.

Cambia un po’ la trama, ma il funzionamento è il medesimo di quello dei titoli più famosi. Tuttavia, rimane un po’ di amaro in bocca per gli appassionati della saga visto che in Civilization si deve meticolosamente costruire una società e una civiltà attraverso epoche storiche. Con Red Death non si costruisce niente: è l’esatto opposto dove tutto è rapido, istintivo e distruttivo.

Non è che l’ultimo caso. In alcuni titoli il Battle Royae ci poteva anche stare come per esempio in Battlefield oppure Call of Duty perché è compatibile con la normale modalità gioco, ma si è un po’ degenerato introducendolo in Super Mario (ufficiosamente), Flappy Birds, persino in Tetris. Senza dimenticare i giochini su Snapchat. Operazioni di marketing che ritornano indietro come boomerang visti i commenti di scherno sui social e il passo indietro degli appassionati del titolo, quello autentico.

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