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venerdì, Ott 02

La Nasa aveva già trovato la fosfina su Venere, ma non se n’era accorta



Da Wired.it :

Durante la missione Pioneer 13 della Nasa del 1978 la sonda Lnms aveva già trovato la fosfina nell’atmosfera venusiana, ma quei dati non furono interpretati a dovere

venere
(immagine: Getty Images)

Dopo la bomba dello scorso 14 settembre su Nature Astronomy che annunciava la presenza di fosfina – una molecola tossica ma che può essere prodotta da alcuni processi biologici – nella densa atmosfera di Venere, gli scienziati non hanno perso tempo e si sono messi a rianalizzare i dati raccolti durante le precedenti incursioni robotiche sul tanto affascinante quanto inospitale secondo pianeta del Sistema solare.

Fosfina dal 1978

Nei database della Nasa in cui erano stati archiviati gli spettri di massa della missione Pioneer 13 del 1978, Rakesh Mogul e i suoi colleghi hanno scoperto che indizi di possibili forme di vita microbica su Venere erano già lì. La nuova analisi dei vecchi dati, disponibile in preprint su arXiv e non ancora sottoposta a peer review, evidenzia e conferma la presenza di atomi di fosforo nelle nubi della bassa e media atmosfera venusiana, e spettri di massa che assomigliano molto a quelli descritti su Nature Astronomy.

Come può essere sfuggita agli esperti della Nasa? Una spiegazione, sottolineano gli autori della nuova analisi, è che la sonda Lnms (Large Probe Neutral Mass Spectrometer, sganciata nell’atmosfera di Venere con un paracadute per raccogliere dati fino alla sua certa morte robotica) non era progettata per andare a caccia di composti simili alla fosfina e avrebbe fatto fatica a distinguerli da altre molecole con massa simile.

Al tempo, poi, l’attenzione degli scienziati era concentrata su altre sostanze chimiche, deviata forse dalla pressoché certezza che il pianeta fosse assolutamente inospitale. Secondo Mogul se anche qualcuno avesse pensato alla possibilità che si trattasse di fosfina avrebbe probabilmente scartato l’ipotesi, considerando Venere un ambiente “completamente ossidante”, in cui è impossibile la formazione di fosfina o di altre molecole che possono essere considerate indizi di vita aliena.

C’è di più, Mogul e colleghi ritengono di aver trovato nei vecchi dati anche indizi di altre sostanze chimiche inaspettate nelle nuvole di Venere, molecole contenenti cloro, ossigeno e idrogeno che gli esperti non hanno ancora identificato.

Ritorno su Venere

Gli scienziati ritengono pertanto che nuove missioni su Venere siano necessarie per appurare come stanno le cose, con uno sforzo simile a quello per l’esplorazione di Marte: le tecnologie attuali e quelle che verranno, sostengono gli autori, ci consentiranno di fare analisi più a lungo termine, indispensabili per comprendere quali siano le fonti di queste anomalie chimiche nell’atmosfera venusiana.

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[Fonte Wired.it]