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da Hardware Upgrade :

Recentemente abbiamo riportato la rilevazione di elementi più pesanti del ferro in una kilonova grazie al telescopio spaziale James Webb. Per quanto la notizia sia molto importante e interessante per scienziati e appassionati, le immagini catturate non hanno un “grande impatto” visivo. Il JWST ha infatti catturato in passato immagini particolarmente belle anche dal punto di vista estetico come la regione di formazione stellare NGC 346 oppure della supernova SN 1987A ma anche la Galassia Vortice M51. L’ultima immagine rilasciata invece riguarda la Nebulosa Granchio (chiamata anche Crab Nebula, M1 o NGC 1952).

Questa nebulosa si trova a circa 6500 anni luce dalla Terra nella costellazione del Toro. La storia della rilevazione risale addirittura al 1054 quando venne avvistata la supernova (della quale è la nebulosa è la rimanenza) e quindi si è potuto seguire lo sviluppo di questo evento astronomico nel corso dei secoli arrivando fino ai giorni nostri e ai nuovi strumenti scientifici a disposizione. Questo è quello che sappiamo.

Il telescopio spaziale James Webb e la Nebulosa Granchio

Questa immagine è stata realizzata unendo i dati rilevati dagli strumenti NIRCam e MIRI per il vicino infrarosso e il medio infrarosso con esposizioni avvenute il 31 ottobre 2022, il 24 febbraio 2023 e il 17 marzo 2023. L’immagine copre circa dieci anni luce (o 5,5 arcominuti) e grazie ai nuovi dati è stato possibile come la polvere è distribuita nello Spazio con un dettaglio mai raggiunto prima.

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Grazie al telescopio spaziale James Webb è stato possibile sia rilevare la zona dove sono presenti dei “filamenti di gas” (che sono colorati in rosso/arancione) ma anche, nelle regioni centrali, regioni con polvere (con colorazione giallo/bianco e verde) che Hubble, nella precedente immagine del 2005 non era riuscito a rilevare. In particolare il telescopio spaziale James Webb ha utilizzato i filtri F162M (blu), F480M (azzurro), F560W (ciano), F1130W (verde), F1800W (arancione) e F2100W (rosso). I primi due sono di NIRCam, gli altri due di MIRI.

Sempre il JWST ha rilevato la radiazione di sincrotrone, dove particelle cariche (elettroni, per esempio) si muovono lungo linee di un campo magnetico a velocità relativistiche e sono evidenziate nell’immagine con quell’emissione che ricorda “del fumo bianco/grigio chiaro”. La motivazione di questo fenomeno è la presenza di una pulsar, un piccolo puntino bianco vicino al centro dell’immagine, che ha un forte campo magnetico che permette la formazione della radiazione di sincrotrone.

nebulosa granchio

Sopra l’immagine dell’HST, sotto l’immagine del JWST

La conformazione delle strutture che circondano la pulsar è legato anche alla densità e spessore del gas presente nelle vicinanze. Dove questa densità aumenta il “vento della supernova” non riesce a essere così forte da allontanare la materia nello stesso modo creando dei giochi tridimensionali. Ora lo scopo è quello di raccogliere ulteriori dati anche da altri telescopi, come Hubble (che potrebbe osservare la zona nel 2024), per avere una migliore comprensione di ciò che è accaduto dal momento dell’esplosione della supernova fino ai giorni nostri. Per chi volesse scaricare l’immagine alla massima risoluzione, l’ESA ha messo a disposizione il file della Nebulosa Granchio da 147 MB.

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