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venerdì, Mar 31

La Norvegia apre le gare per l’eolico offshore. Potrebbe nascere il parco galleggiante più grande al mondo

da Hardware Upgrade :

La Norvegia è il Paese dai mille volti. Più volte vi abbiamo raccontato come sia il Paese dove le auto elettriche regnano incontrastate, ormai arrivate all’85% di tutto il venduto. Per di più queste auto sono alimentate quasi esclusivamente da energia rinnovabile, che il Paese ricava da centrali idroelettriche. Allo stesso tempo, però, è un grande esportatore di petrolio e gas.

In previsione di un ulteriore aumento delle auto a batteria su strada, ora si appresta ad allargare la produzione green affidandosi anche all’eolico offshore. Per questo sono state aperte le prime due gare per la realizzazione di due grossi parchi eolici al largo delle coste, di cui uno potrebbe diventare il più grande del mondo nel suo genere.

L’area denominata Utsira Nord farà uso di piattaforme galleggianti, per un’estensione di 1.000 km quadrati, ed è proprio questo che potrebbe essere un record a livello globale. La licenza prevede una potenza di 1,5 GW, divisa tra tre soggetti, ciascuno con 0,5 GW a disposizione, ma con la possibilità di aumentare fino a 0,75 GW. Secondo Arvid Nesse, della Norwegian Offshore Wind, arrivare per primi con un impianto di questo genere, potrebbe permettere di rimanere leader del mercato nel settore. Per questo si cercherà di anticipare i progetti simili previsti in Scozia.

La seconda area è la Sørlige Nordsjø II, in questo caso con turbine eoliche fissate al fondo. L’estensione è minore, 605 km quadrati, mentre la capacità è la stessa, 1,5 GW, ma affidata a un solo candidato. Le domande di partecipazione scadranno a agosto e settembre.

La Norvegia punta a raggiungere circa 30 GW di produzione dall’eolico offshore entro il 2040, in pratica il 75% della sua attuale capacità di produzione. Non tutta questa energia servirebbe al consumo interno, per cui è probabile che i piani prevedano anche di esportare il surplus come produzione 100% green, compensando le perdite del petrolio, che inesorabilmente sarà meno richiesto.

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