Anche la tecnologia di bordo è da segmento superiore: l’avatar digitale Reno, integrato nel sistema OpenR Link con Google, risponde ai comandi vocali e spiega come programmare la ricarica o collegare lo smartphone. C’è persino una funzione di Safety Score che valuta quanto si guida bene, come un Maestro paziente, ma inflessibile. Dal punto di vista della guidabilità, abbiamo la modalità One Pedal (versione Techno) e ben 24 sistemi di assistenza alla guida.
Tra questi, la Twingo E-Tech Electric eredita le tecnologie dai segmenti superiori: frenata automatica d’emergenza, mantenimento corsia, rilevamento stanchezza, sensori perimetrali e assistenza al parcheggio Easy Park Assist. L’obiettivo è semplificare la guida urbana e garantire la sicurezza, il comfort e il pieno controllo in ogni situazione.
Quando il piccolo fa margine
L’aspetto più interessante della nuova Renault Twingo non è tanto ciò che fa, ma come è stata fatta. In un’epoca in cui produrre auto piccole sembra un suicidio finanziario, Renault vuole dimostrare che l’efficienza può salvare anche i segmenti dimenticati. Il metodo Leap 100 — con processi snelli, team misti e produzione europea — potrebbe diventare il modello industriale del futuro, capace di rendere redditizi i veicoli elettrici urbani senza delocalizzare.
Non è un caso che la casa francese parli già di replicarlo su altri progetti Ampere: ridurre il time-to-market non è solo una questione di velocità, ma di sopravvivenza in un settore dove la tecnologia invecchia più in fretta delle auto. E così, dopo trent’anni, la Twingo torna a essere ciò che è sempre stata: un simbolo di ingegno e semplicità. Solo che stavolta, oltre a far sorridere, si fa anche i conti in tasca. Perché nel 2025 non basta costruire auto piccole: bisogna costruirle in modo intelligente.




