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giovedì, Nov 26

La pandemia di Covid-19 sta peggiorando la condizione delle donne nel mondo



Da Wired.it :

L’Onu dice che gli effetti della crisi quest’anno “potrebbero spazzare via 25 anni di conquiste nell’uguaglianza di genere”. Le ore che le donne dedicano alle faccende domestiche e all’assistenza familiare sono raddoppiate

(foto: ANTHONY WALLACE/AFP via Getty Images)

Secondo gli ultimi dati di Un Women, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di empowerment femminile, la pandemia di Covid-19 quest’anno “potrebbe spazzare via 25 anni di passi avanti nel campo dell’uguaglianza di genere”. A causa dell’impatto della crisi sanitaria, infatti, le ore che le donne dedicano alle faccende domestiche e all’assistenza familiare (dati già alti prima del coronavirus) stanno significativamente aumentando.

Tutto ciò per cui abbiamo lavorato, che ha richiesto gli ultimi 25 anni, potrebbe essere perso in un anno”, ha dichiarato alla Bbc Anita Bhatia, vicedirettrice esecutiva di Un Women. Non solo le opportunità di impiego e di istruzione potrebbero diminuire, ma le donne potrebbero iniziare a soffrire anche complicazioni alla loro salute mentale e fisica rispetto a quanto avveniva prima del 2020. L’onere dell’assistenza familiare, lasciato interamente sulle spalle femminili, rappresenta un “rischio reale di tornare agli stereotipi di genere degli anni ‘50”, ha sottolineato Bhatia.

Le donne che svolgono la maggior parte del lavoro non retribuito hanno meno tempo da dedicare al lavoro retribuito o lavorano più a lungo e più duramente, e spesso sono costrette ad affrontare l’insicurezza economica in entrambi i casi. Le Nazioni Unite chiedono ai governi e alle imprese di tutto il mondo di riconoscere che esiste il lavoro di cura non retribuito e di attuare misure per alleviare il suo fardello sulle donne, come assegnare congedi familiari extra, o congedi retribuiti extra in generale, e mantenere aperti i centri per l’infanzia.

Il peso del doppio lavoro delle donne

Già prima della pandemia, le donne contavano circa tre quarti dei 16 miliardi di ore di lavoro non retribuito che vengono svolte ogni giorno in tutto il mondo per faccende domestiche e cura della famiglia. In altre parole, le donne finora hanno svolto 3 ore in più per ogni ora di lavoro di cura non retribuito degli uomini. Adesso, come illustrano le Nazioni Unite, quella cifra è diventata ancora più alta.

Vi assicuro che il numero è almeno raddoppiato”, ha ribadito Bhatia alla Bbc. Sebbene le indagini condotte da Un Women in 38 paesi del mondo si siano concentrate principalmente sugli stati a reddito medio e basso, anche i dati dei paesi più industrializzati mostrano una situazione simile. Il lavoro non retribuito delle donne spesso copre i costi delle cure che sostengono le famiglie e l’economia, colmando la mancanza di servizi e welfare sociale, ma di rado è ufficialmente riconosciuto come lavoro dalla società.

La pandemia ha puntato i riflettori sul fatto che il lavoro non retribuito è stato davvero la rete di sicurezza sociale per il mondo e ha permesso ad altri di uscire e guadagnare un reddito produttivo, ostacolando di fatto le opportunità di crescita e di lavoro delle donne che si assumono il fardello dell’assistenza”, ha denunciato la vicedirettrice di UNn Women.

Pandemia e disoccupazione femminile

Un motivo di ulteriore di allarme secondo Bhatia è “il fatto che molte donne in realtà non stanno tornando a lavorare” dopo i primi lockdown nazionali a livello globale. “Solo nel mese di settembre [2020, ndr], negli Stati Uniti, circa 865mila donne hanno abbandonato la forza lavoro rispetto a 200mila uomini, e il motivo è che c’era un nuovo carico di cure verso casa e famiglia e nessun altro in giro disposto a sostenerlo”.

Anche in Italia, gli effetti disastrosi della pandemia hanno colpito soprattutto le donne (maggiormente impiegate nel settore dei servizi e in impieghi precari): secondo l’Istat, nel secondo trimestre del 2020 si contano 470mila occupate in meno rispetto allo stesso trimestre del 2019 (323mila in meno tra le impiegate con contratto a tempo determinato) e il tasso di occupazione femminile fra i 15 e i 64 anni si attesta intorno al 48,4%, contro il 66,6% di quello maschile. Questo quadro colloca l’Italia “al penultimo posto della graduatoria europea, appena sopra la Grecia”, ha sottolineato il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo a Rai News. E ciò “nonostante il livello di istruzione femminile sia sensibilmente maggiore rispetto a quello maschile”.

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[Fonte Wired.it]