Da Wired.it :
Un team di Cambridge sostiene di avere la prima prova che i cambiamenti climatici hanno contribuito all’emergere del coronavirus Sars-Cov-2
La ricerca dell’università di Cambridge, pubblicata sulle pagine di Science of The Total Environment, sostiene che in un secolo 40 specie di pipistrelli con un centinaio di loro coronavirus si sono spostate inseguendo il loro habitat proprio nella regione che si sospetta essere la culla di Sars-Cov-2.
Gli scienziati, utilizzando i dati delle registrazioni di temperatura, delle precipitazioni e di copertura nuvolosa, hanno costruito una mappa della vegetazione mondiale agli inizi del ‘900 e l’hanno sovrapposta alla distribuzione delle specie di pipistrelli del tempo.
Il confronto con la situazione di vegetazione e distribuzione di pipistrelli attuale ha permesso di identificare proprio la regione meridionale della Cina come un hotspot, una zona a elevato rischio di spillover.
“Poiché il cambiamento climatico ha alterato gli habitat, le specie hanno lasciato alcune aree e si sono trasferite in altre, portando con sé i propri virus”, ha spiegato Robert Beyer, autore principale della ricerca. “Ciò non solo ha alterato le regioni in cui sono presenti i virus, ma molto probabilmente ha consentito nuove interazioni tra animali e virus”. Questo avrebbe aumentato le chance per i microbi di trasmettersi e evolversi, fino a diventare pericolosi per l’essere umano.
Altri hotspot da tenere d’occhio sarebbero alcune regioni dell’Africa centrale e dell’America centro-meridionale, dove la concentrazione di specie diverse di pipistrelli è cresciuta.
Le conclusioni di questo studio suonano come un ennesimo appello della scienza ai governi: la lotta ai cambiamenti climatici è anche un’opportunità per ridurre i rischi per la salute umana.
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