Seleziona una pagina
martedì, Apr 18

La pièce teatrale è tutta da ridere | Wired Italia



Da Wired.it :

Avreste mai detto che Perfetti Sconosciuti potesse far ridere? Ma ridere di gusto, a tratti fino alle lacrime? È la scommessa vinta della trasposizione teatrale del film che è entrato nel Guinnes dei primati per il numero di remake realizzati nel mondo, e forse anche quello per il numero di coppie andate in frantumi per colpa del gioco della verità del «mettiamo sul tavolo i cellulari» che racconta. Fatto sta che il film-caso di Paolo Genovese azzarda il salto mortale sul palcoscenico, con un cast tutto nuovo e con la stessa regia, eppure – incredibilmente – funziona.

foto [email protected]

Incredibilmente, perché chi ha amato visceralmente un film spesso fatica a rivederlo sotto mutate spoglie, specie chi conosce a menadito certe battute diventate memorabili, se non addirittura virali. Su tutte, quella sull’importanza del saper disinnescare: “Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro”. Poi quella del “Bisogna imparare a lasciarsi”, quella del “Siamo tutti frangibili”, o del “Se ami qualcuno lo proteggi, da tutto”. Genovese, al suo debutto alla regia teatrale, ha pensato anche a questo, e per la gioia dei fan del film dissemina ad arte le stesse battute anche nello spettacolo (fino al 23 in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, per poi viaggiare verso Napoli, Messina e Catania).

Spettacolo che vira prepotentemente dal drammatico al comico, grazie a una sceneggiatura con evidente sterzate di stile e interpretazioni mirate a coinvolgere e intrattenere lo spettatore nel “qui e ora” teatrale, fino a farlo divertire non poco. C’è anche spazio per la commozione, la riflessione e la sorpresa con gli immancabili colpi di scena, nell’immutata storia della cena tra amici che per gioco mettono i loro cellulari sul tavolo con i relativi segreti, ma la cifra che sorprende è proprio quella comica. Molto si deve all’assortimento del cast, alla scelta di affidare il ruolo del caustico Valerio Mastandrea al comico Dino Abbrescia e quello del ‘saggio’ chirurgo estetico interpretato da Marco Giallini a Paolo Calabresi, Biascica nella serie Boris, qui con una profondità diversa.



[Fonte Wired.it]